All posts tagged: racconti

La montagna ti ha scoperto.

di William Dollace Hai scoperto la montagna. Scoperchiato metri di altitudine, vigilato sulle rocce, oltrepassato le ringhiere di legno. Le mucche, le capre, ti guardano con beata indifferenza. Sei un passante, non un colpo vincente, per loro. Hai scoperto la montagna e la montagna ha scoperchiato te. Lassù dubbi, paure, preoccupazioni, intrusioni, scompaiono a vista d’occhio, insegnandoti l’umiltà, il capo chino e poi aperto a un cielo a cielo aperto, insegnandoti a seguire il sentiero, a salutare chi incroci, un codice di educazione che trovi ormai soltanto lì, fra le rocce, sulla polvere e fra i rododendri. Hai fissato il mare, ma una volta entrato in acqua, ti sei bagnato di pensieri, ti sei asciugato al sole, sporcato di sabbia e crema, il mare è rimasto, l’abbronzatura se n’è andata. Invece in montagna, hai fissato i sassi da tremila metri, le croci in cima a sancire non solo la cima, ma l’inizio della via del ritorno, annusato il legno invecchiato dei tavoli all’aperto, rimodellato zone di silenzio e di caccia ai simboli, ti sei informato sulle …

Relazioni e automatismi: Alberto Moravia va in scena

Alberto Moravia, simbolo indiscusso della letteratura romana, figura di spicco che seppe coniugare il romanzo italiano, oltre all’opera di Italo Svevo, con i risvolti della psicoanalisi e le sue lunghe diatribe — interne ed esterne. Moravia, lo scrittore che a ventidue anni diede alle stampe il suo celebre Gli Indifferenti (1929), scuotendo i lettori per via della narrazione così complessa, tanto da far suscitare qualche dubbio sulla sua vera età. Moravia, lo scrittore che in un’intervista di qualche anno fa Dacia Maraini definì il vero padre dell’esistenzialismo, ideologia filosofica elaborata da Jean Paul Sartre nel corso dei suoi lavori e venuta fuori dal romanzo La Nausea (1938). Biografie e meriti si scontrano come meglio possono, secondo le loro tesi migliori, fino a fortificare le vite di autori là dove le loro opere sembrano non riuscire a intensificare ulteriormente le fondamenta sparse per i loro libri. Quello che ho avuto modo di incrociare tra le pagine de L’Automa (Bompiani, 1962) è un Moravia che mette al centro della sua narrativa il terreno fragile su cui si erigono i …

Le tette e la Grande Guerra

di William Dollace Questa domenica sul Monte Stino che capitombola sul Lago di Idro sono stato a visitare le gallerie e gli appostamenti dei cannoni e delle sentinelle dei nostri soldati nella Grande Guerra. Che dire. Le bandiere, le scritte, il silenzio, la maestosità e l’altitudine del luogo hanno sempre un effetto rimembrante su di me, quasi come rebloggare in modo distantaneo su Tumblr. Lo so, che vi sembrerà osceno, questo accostamento fra il digitale alieno e il concreto storico intriso di analogica memoria, ma tant’è, è così. E allora il verde portentoso raccoglie e scopre margherite improvvise, alberi informicati, panchine, e un rifugio imbottito di una Radler magnifica della Dreher. In cima ho fumato un Partagas. Ok, non facciamo pubblicità qui, ma quel che è giusto è giusto. In realtà questo scritto voleva essere serio, un memoriale, un reportage storico di trincea, e si è trasformato in un salto di tappo fra erba e bandiere e cenere sparata al vento. Ho fatto un video e tante foto. Ho raccolto silenzi. Ho disattivato notifiche e intrusioni. …

Frammenti di felicità

Al numero 7 di una via in centro a Torino c’è un grande portone di legno massiccio, un po’ scardinato e che cigola ogni volta che viene aperto. Appena si entra nell’androne, non fai in tempo a sollevare gli occhi che la porta si chiude sbattendo sonoramente alle spalle diffondendo una strana quiete, e tutti i pensieri che prima ti accompagnavano ora si ammutoliscono. Ogni volta mi sembra di essere accolta da un luogo sacro, fresco e silenzioso. La volta di stucco decorata è un po’ scrostata, ma non importa, perché c’è un nido di rondini che attira l’attenzione e mi ricorda quando da bambina al mare andavo a guardare i piccoli appena nati che si rifugiavano sotto una tettoia. Cammino per pochi metri facendo attenzione alle gocce d’acqua che dai balconi cadono, probabilmente da qualche vaso di fiori grondante, e mi dirigo verso le scale con un certo sconforto, l’idea di fare cinque piani senza ascensore è un po’ come iniziare un percorso in montagna e sapere che il programma è di camminare cinque …

Richard Yates: dalla scrittura alla vita

Non nascondo quanto la narrativa in forma breve mi stia divorando l’anima. Nell’ultimo ordine — che dovrebbe essere consegnato entro la fine della settimana, spero — c’è finita una mole di raccolte di racconti che supera di gran lunga quella dei romanzi. Eppure questi sono gli anni della grande crisi delle short stories. I lettori italiani preferiscono i romanzi, denigrando tutte le raccolte sistemate negli scaffali delle librerie. Se da una parte c’è un problema, dall’altra invece c’è un nuovo progetto editoriale che non passa inosservato — merito anche del suo nome. Racconti Edizioni è una nuova realtà concepita da Stefano Friani ed Emanuele Giammarco che ha preso il via ufficiale proprio all’ultima edizione del Salone Internazionale del Libro, con la presentazione della raccolta Appunti da un bordello turco di Philip Ó Ceallaigh nella traduzione di Stefano Friani. La casa editrice pubblicherà solamente raccolte di racconti, e per questo motivo ne vedremo delle belle. Eventi come questi non possono far altro che bene al panorama editoriale del nostro paese. Tornando alla mia vita da lettore, l’ultima raccolta che ho letto è stata Undici solitudini di Richard Yates …

Troppo piccolo per correre, di Merritt Tierce

Troppo piccolo per correre è un racconto di Merritt Tierce, scrittrice uscita da poco in Italia con il romanzo Carne viva per Edizioni Surtradotto da Martina Testa. Il racconto è apparso sul magazine PANKnel dicembre del 2010. Di seguito trovate una traduzione di Mariateresa Pazienza. K sta per Kavanagh e Kay, che sono rispettivamente il nome e il cognome del mio ultimo amico offline. Anche mia nonna, che ebbe due figli prima dell’invenzione del transistor, ha un account AOL¹. Mia zia deve controllare le e-mail della nonna perché ha 85 anni e, nonostante cammini col bastone e si muova ancora con la sua Buick LeSabre per andare in chiesa, non riceve tutto lo spam che invece ci ritroviamo noi che siamo sempre connessi, che sappiamo di non dover rispondere. Kay paga le sue bollette con un francobollo e fa dei viaggi in macchina con un atlante di Rand McNally del ’92 comprato per un quarto di dollaro a una vendita di oggetti usati nel ’99. A volte non so dove sia, altre volte è con me. Ecco perché gli voglio bene. Io …

L’avanzata del racconto

In Italia il racconto, inteso come genere letterario, ha qualche difficoltà a venir fuori dalle zone di penombra in cui risiede. Su di esso si sprecano sempre le solite parole: “non attira”, “è il risultato di uno sforzo minore dell’autore”, “è troppo sintetico”, “non mi piace la forma breve, la detesto”. Queste sono solo alcune delle frasi che si sentono dire — che compaiono sulle bacheche dei vari social network — in merito alla forma espressiva attraverso cui, ad esempio, Raymond Carver ha costruito la sua immensa opera — evitando di dimenticare l’altro suo mezzo, la poesia. Oltre i confini del nostro mercato editoriale, il racconto trova sempre la strada spianata. Gli esempi statunitensi avvalorano questo dato che si cerca insistentemente di eguagliare — senza contare che è la lettura, intesa come intrattenimento, a navigare in cattive acque. Le raccolte invadono gli scaffali delle librerie per poi sistemarsi comodamente nelle case dei lettori. Se il periodo che stiamo attraversando è abitato da mutazioni di ogni genere, la cosa giusta da fare è non lasciarsi prendere dalla delusione e continuare a credere in quello …

Sicurezza — di Mary Miller

Il romanzo d’esordio di Mary Miller si intitola Last days of California, tradotto da Sara Reggiani e pubblicato da Edizioni Clichy nella nuova collana Black Coffee. Sicurezza è un racconto apparso nel 2012 su Tin House. L’ha tradotto per noi Mariateresa Pazienza. Lui prepara la cena mentre io sto seduta al tavolino e lo guardo. Vive in un appartamento con altre tre persone, un cane, un ammasso di concime e diversi bidoni per la raccolta differenziata. Appendono i loro vestiti a una corda per asciugarli e mangiano un sacco di quinoa. E’ il genere di posto in cui mi piace stare. Ci sono un sacco di luci accese, mobili vecchi e un cane in comune. Lui mette le tortillas sul fornello. “Due?”, chiede lui. “Una”, gli dico. “Ho pranzato tardi.” “Non mi permetti mai di nutrirti”, mi dice. Indossa vestiti attillati che lo fanno sembrare un ragazzino. O forse è il suo taglio di capelli. Le sue lunghe ciocche sono in una busta nella sua camera. Continua a chiedermi di andarci, di toccarle, di sentire quanto siano disgustosi i capelli quando non sono …

Animali rari

Encounters with Unexpected Animals è un racconto di Bret Anthony Johnston apparso sul magazine Esquire nel marzo 2012. Quella che segue è una traduzione di Mariateresa Pazienza. Nel mese di giugno è uscito per Einaudi Ricordami così, romanzo d’esordio dello scrittore americano tradotto da Federica Aceto. Nel 2013 è stato presentato al NY Shorts Fest un cortometraggio tratto dal racconto di Johnston diretto da Scott Kalberer. Lambright aveva sorpreso tutti offrendosi di riaccompagnare a casa la fidanzata di suo figlio. La ragazza aveva quasi diciassette anni, due in più di Robbie. Aveva lasciato la scuola e la sua patente al momento era sospesa. Non godeva di una buona reputazione e aveva un codice a barre tatuato sul collo. Lambright a volte lo intravedeva quando i suoi capelli verdi erano raccolti in una coda di cavallo. Era stata ospite per cena quella sera e, sebbene si fosse offerta volontaria di aiutare Robbie e sua madre a lavare i piatti, Lambright disse che sarebbe stato meglio riaccompagnarla, essendoci scuola il giorno dopo. Sapeva che avrebbe fatto piacere a sua moglie e a suo figlio concedere alla ragazza un’altra possibilità. …

Il punto di vista di Rugarli

A vederla dall’esterno, la vita di Giampaolo Rugarli appare una qualunque, intrisa di abitudinarietà contrapposta ad occasionali fughe verso i limiti, sormontati come solo riesce ad un adolescente nel pieno della sua esplosione emotiva. Eppure qualcosa si muove, verrebbe da aggiungere una volta conosciuta la sua storia in ogni minimo dettaglio — per quanto ci è consentito conoscere. Giampaolo Rugarli è stata una delle figure della letteratura italiana che più ha saputo meravigliare con le sue opere. Impiegato presso un’importante banca lombarda, trascorre gli anni del suo impiego da direttore nella filiale romana. Oltre al suo lavoro in banca ha diretto la Rivista Milanese di Economia, pagine queste che hanno ospitato i contributi di gran parte degli economisti italiani successivi agli anni del boom economico. Insomma, una biografia di tutto rispetto la sua, ma che poco sembra avere a che fare con la realtà letteraria del nostro paese. Invece Rugarli fu uno degli autori più tradotti all’estero, uno scrittore “lento” che ha atteso gli anni della pensione — arrivata nel 1985 — per dare alle stampe il suo primo romanzo. Due …