All posts filed under: Letteratura

“Morgana”: la conoscenza offerta da una donna

la conoscenza offerta da una donna

“La conoscenza offerta da una donna fa di quella donna un mostro”. È questo uno dei fulcri riassuntivi di ogni protagonista dei podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, rispettivamente autrice e coordinatrice editoriale di Storielibere.fm. Podcast e successivamente libro che si intitolano “Morgana”. Il fil rouge di tutte queste “storie di ragazze che tua madre non approverebbe”, come chiarisce il sottotitolo stesso dei podcast, è il ruolo e l’evoluzione che la figura della donna ha avuto nel corso dei tempi, abbracciando ogni ambito storico-culturale e mitologico della storia dell’umanità. Sarebbe banale partire da Eva? Forse sì, eppure la conoscenza offerta dalla prima donna ad Adamo, sotto forma di mela del peccato, allunga i tentacoli della colpa fino ai nostri giorni. Conoscenza che prende, a seconda della storia raccontata, le forme più disparate e demonizzate: la voce incantata delle sirene, l’intelligenza delle erudite degli anni ellenici, la modernità delle “streghe” medievali, la bellezza che diventa crimine, la voglia di riscatto tacciata come follia, il sesso come strumento di emancipazione.  Mezzi questi, rivendicati dalle donne come …

Italo Calvino: sogni e città visionarie

Le città invisibili

Nel 1972 Italo Calvino pubblica Le città invisibili, un libro molto importante per lui in quanto, come egli stesso scrive nelle Lezioni americane, è riuscito a concentrare in un unico simbolo, quello delle città, tutte le sue riflessioni, le esperienze e le congetture di una vita. Il libro è nato un pezzetto per volta, a intervalli anche lunghi, come poesie che metteva su carta, seguendo le più varie ispirazioni: dalle città e paesaggi della sua vita alle città immaginarie fuori dallo spazio e dal tempo. Così si è portato dietro il libro delle città per molti anni, scrivendo saltuariamente, passando per fasi diverse. Un giorno immaginava solo città tristi, un altro città felici, un altro ancora si sentiva di scrivere della spazzatura che dilaga nelle città ogni giorno e il successivo paragonava le città a un cielo stellato. Era diventato un po’ come un diario che seguiva umori e riflessioni proprie; tutto finiva per trasformarsi in immagini di città: le mostre che vedeva, le discussioni con gli amici, i libri che leggeva.  Come i sogni, il …

Venti metri pt4: Il sogno

Il sogno

La risposta è stata sì. Semplice. Come in quel sogno in cui va sempre tutto bene, il cielo è sempre azzurro e i pompieri australiani sono sempre pronti per il calendario duemilaventi/duemila-tutte-le-volte-che-vuoi. Visto da quassù, il mio balcone sembra minuscolo. Non so come abbia fatto Miguel a fare centro con il suo aeroplanino. Fatto sta che la mia reclusione non è più così triste. È proprio vero come la compagnia di qualcuno, compagnia che abbiamo dato così per scontata, sia talmente indispensabile da dover essere per forza condivisa. È una sensazione che avverto nell’aria, come un profumo. Il suo: di lenzuola stropicciate e tango argentino. Oh, a proposito, Miguel è argentino. E sì, il suo cognome è proprio Luna. Pare sia piuttosto comune dalle sue parti. Come il cliché tanto sdoganato della passionalità degli uomini latini. A questo proposito, non vorrei scendere nei dettagli (anche se so che sono quelli la cosa più divertente). D’improvviso mi sento avvolgere da un paio di braccia. Senza voltarmi, perché so che è lui, gli appoggio la nuca sulla …

Flusso di scleri

Flusso di scleri

di Marcello Frisino Stiamo già consumandoci vicendevolmenteaffamati e curiosi, bramosi  d’informazioni;alla finestra a scrutare quanto più possibile di quel mondo che in un modo o nell’altro deve giraretu corpo steso che sogni continui a vorticare nel vuoto stando fermoci pensi, stai viaggiando a 1700 km orari circa, adesso, e non te ne accorgisbuffi il fumo e lento esso si innalza verso un vuoto spaziale che ruota nella galassia insieme a tutto il restoeppure, silenziosomultiforme quel fumo s’alza e lo segui con lo sguardo, “devo smetterla di perdere gli accendini” ti ripeti; c’è una traiettoria precisa per ogni cosa, il pensiero stesso se accompagnato dalla ragione arriva, non si sa dove arriva, arriva.Il sapere di “sentire” le cose rende queste pregne di significati intrinsechi, collettivamente attribuiamo ogni cosa alla sua forma e la sua funzioneindividualmente quando nessuno ci interrompe una qualsiasi cosa diventa altro oltre il senso comune e generale.bravo, hai fatto la scoperta, Oh questo è forte,s’è letto Bertrand Russell e si crede…idiota. //ogni volta che vedo uno specchio che riflette un altro specchio mi …

La mia quarantena con Ubik: la disperazione non è indicata

ubik

Personaggi strambi, dagli improbabili vestiti che provengono da mondi e tempi lontani. Oggetti che sovrastano i protagonisti, il denaro che detiene il potere. Se non paghi la porta che si apre, tu non esci di casa. Li hai 5cents amico? La porta ti parla, muovendoti accuse, sei un fallito dice. Per entrare e uscire da ogni luogo dobbiamo pagare il conto. È un modello, questo, un sistema, che crea un certo disagio. Ci sentiamo il qualche modo incastrati, tagliati fuori o bloccati dentro. È un elemento significativo, un pretesto quotidiano che però si carica di un significato simbolico che ci fa riflettere sul fatto che senza denaro siamo come topi in trappola. Il potere del denaro sulle nostre vite e la sua pericolosità, il potere di un denaro che tramite gli oggetti, le macchine, i marchingegni tiene sotto scacco l’umanità. Ma cos’è esattamente Ubik? Sempre, all’interno del testo, sopra ogni capitolo aleggia la sua ombra sinistra, che fino a pagina 98 non sappiamo ancora cosa sia davvero, mentre siamo consci delle sue potenzialità. Pare sia …

Distancing Diary

Distancing Diary - Valeria Dellisanti

di Valeria Dellisanti In questi giorni caotici e spaventosi ho tenuto un diario visivo per tenere traccia del mio umore e sentimenti durante la quarantena. Di solito quando inizio un nuovo progetto tendo a curarlo in ogni dettaglio e a tenere tutto sotto controllo.Questa volta è stato diverso: le foto non sono perfette, forse neanche belle.Le pagine del diario sono sporche, e le parole scorrono da destra a sinistra in modo confuso e disordinato. Riguardando quello che avevo fatto dopo giorni di inattività e analizzandolo, ho pensato che forse andava bene così com’era, anzi che forse la forza di questo documento fosse proprio quello che io pensavo essere il suo lato negativo. Penso che così com’è sia in grado di rispecchiare la situazione che stiamo vivendo in cui quasi più nulla può essere controllato. Ora come ora non ci è possibile fare piani per il lungo termine, si vive alla giornata, come scrivo nel diario: “vivo qui e ora” non più proiettata verso il futuro. Perché ho tenuto questo diario? Magari per elaborare meglio quello …

L’estate che sciolse ogni cosa – Tiffany McDaniel

Il caldo arrivò insieme al diavolo. Era l’estate del 1984 e il diavolo era stato invitato. Quando hai tredici anni l’estate è un periodo senza confini, che si estende davanti a te in tutta la sua potenzialità e in tutta la sua noia. Sono i mesi della possibilità, dove ti immagini che tutto cambi ma dove, il più delle volte, non cambia nulla.Tranne che tu non viva a Breathed, Ohio e che il tuo nome non sia Fielding Bliss, figlio di Autopsy Bliss, che ha deciso, dalle colonne del giornale cittadino, di invitare il diavolo a venire in città. Proprio quell’estate, quella del 1984. Egregio Satana, Diavolo chiarissimo, esimio Lucifero, e tutte le altre croci che siete costretto a sopportare, vi invito cordialmente a Breathed, in Ohio. Terra di colline e di balle di fieno, di peccatori e di uomini capaci di perdonare.Che possiate venire in pace.Attestandovi la mia fede,Autopsy Bliss E il diavolo risponde.Ha l’aspetto di un ragazzino; nero, occhi verde smeraldo, un ciotola e un cucchiaio con sé, e la saggezza di un …

Assembramenti

assembramenti

Cerco di ricordare gli assembramenti della mia vita, non tutti eh. Solo quelli belli densi dico. Penso alle calette minuscole della Corsica quest’estate. Tutti ammassati su quei minuscoli lembi di spiaggia, tra le scogliere a picco sul mare. Penso alle strade della mia città, dove bestemmio per scansare e non investire la gente in bici. Gli assembramenti dopo il Comics alla stazione di Lucca per prendere il penultimo regionale per tornare a Firenze, che più pieno è impossibile pensarlo un treno. Penso all’Italia che vince i mondiali tutti in piazza a Bologna in uno degli assembramenti più assurdi di gente sopra i tettucci delle auto o sotto i portici a far balotta, che ho perso tutti i miei amici nella ressa generale della festa ma ne ho incontrati mille altri di amici, quella sera. Penso al primo maggio a Roma una vita fa e il primo maggio a Mutonia l’anno scorso. Al concertone dei Fugazi, a fine millennio scorso, a quella folla di ragazzi schiacciata dentro il CPA di viale Giannotti. Penso alle Street Parade …

Notturnalia

di Laura Oopart La sera è il momento più duro. Le luci si piegano in un solenne inchino ogni santo giorno, e le ombre al crepuscolo tendono le braccia per cullarle. È il rito della morte che, al calar del sole, rinnova i suoi voti da affidare al mattino. I suoni si ovattano, e al contempo si amplificano, rarefatti, tra le strade deserte e gli angoli delle vie. Qualche voce. Lo sbattere del portone. L’ascensore che scende per poi risalire. Il ticchettio del mio orologio. Il mio respiro. I miei sospiri. I battiti del mio cuore. Le mani che sudano. Sono sola. Ma dentro, la testa è affollata. Ci sono io bambina che gioco a fare altari e portare madonne in processione; ci sono i grandi eucalipti dietro la nostra campagna; una sorgente stanca dall’acqua terrosa; due piccole colline appena verdi. E poi c’è quel mare che non vedo più da anni, e il dirupo lungo che a guardarlo non se ne vede la fine. E quel dirupo ce l’ho nel petto, profondo e duro, …

Venti metri pt3: Punti interrogativi

Punti interrogativi

Miguel. Com’è che si dice in spagnolo? Hola, como estas? Non dovrebbero andarci degli strani punti interrogativi all’inizio della frase? Forse a testa in giù? Proprio come mi sento io in questo momento¿ Perché la gente fa così? Lanciare la pietra e poi tirare indietro la mano? Lanciare un aeroplanino e poi sparire senza spiegazioni? No, perché uno comincia a farsi due domande. Be’, più di una a quanto pare. Pensate che mosaico di punti interrogativi sarebbero state queste quattro righe se le avessi scritte in spagnolo. O se le avesse scritte Miguel, con quella sua calligrafia a zampa di gallina. Ho fatto un paio di ricerche, sapete? Una calligrafia piccola indica una personalità timida, introversa e le lettere, tutte vicine vicine, abbracciate, la difficoltà a restare da soli. Il che è abbastanza contraddittorio. Però questa è la giornata delle domande. Quindi procediamo. Può una persona timida e solitaria soffrire la timidezza e la solitudine? Non è forse proprio in momenti come questo che ci si ritrova a pensare: “Cazzo, come sono stato idiota quella …