Quando il dolore si fa autoritratto

Amava dire di essere nata nel 1910 per far coincidere la propria nascita con l’inizio della rivoluzione, perché si sentiva “figlia della rivoluzione messicana”. Oggi vi parliamo di un’artista che non ha bisogno di presentazioni: Frida Kahlo.
La pittrice messicana nasce nel luglio del 1907. Suo padre è un fotografo tedesco di origini ebraico-ungheresi e sua madre una donna messicana facoltosa. Conosce sin da bambina il dolore, a causa della sua spina bifida, ma questo non la fermerà nell’espressione del suo talento artistico e della sua forte e passionale personalità. Ad appena diciott’anni tuttavia le accade un terribile incidente in autobus e per questo sarà costretta a letto per molti anni. I suoi genitori le faranno appendere uno specchio sul letto a baldacchino per permetterle di dipingere durante gli anni di convalescenza. Frida tenta così di proporre la sua arte al famoso pittore Diego Rivera, che ne rimane molto colpito per lo stile moderno. I due dopo qualche anno si sposano: la storia tra Frida e Diego si rivela burrascosa, soprattutto a causa delle relazioni extra-coniugali di Rivera. Frida tuttavia comincia a restituire pan per focaccia a suo marito, avendo come amanti sia uomini che donne. Tra gli amanti di Frida Kahlo ci sono nomi illustri come Lev Trotsky e André Breton. Dopo il periodo americano, in cui Rivera fu impegnato nella realizzazione di varie opere, Frida ebbe l’ennesima delusione. Un aborto spontaneo e l’ultimo tradimento da parte del marito, questa volta con sua sorella Cristina, portarono i due al divorzio. La separazione durò un anno, Diego tornò da sua moglie proponendole di nuovo di sposarlo. Frida, seppur reticente, accettò la nuova proposta. Il tradimento con sua sorella l’aveva segnata profondamente.

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I tanti che la ascrivevano al movimento surrealista venivano smentiti immediatamente proprio dalla stessa Kahlo, che in un’intervista affermò: «Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.» Ciò che l’artista voleva comunicare attraverso la sua arte non era il surreale, ma esattamente il contrario. I suoi dipinti mostrano una commistione tra la perenne sofferenza che Frida aveva provato e la forza mostrata nell’affrontare la sua breve ma intensa vita. Frida Kahlo muore nel 1954 a soli quarantasette anni per un’embolia polmonare. Sei giorni prima della sua morte completa il suo ultimo quadro, intitolato Viva la Vida. La scelta dei colori, del soggetto e la decisione di riportare la scritta “Viva la Vida” e la firma rimandano tutte a una volontà di restare impressa nella retina di chi pian piano la vedeva scomparire. “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”, queste furono le ultime parole scritte nel suo diario. E Frida non tornò mai più.

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