Siamo un web magazine, un luogo di condivisione, narrazione creativa, ma anche non luogo frequentato da belle persone. Dal 2015 parliamo di cose belle: arte, letteratura, fotografia, cinema e cultura pop, ma anche di tutto ciò che ispira bellezza, passione, pensieri e turbamenti.Ci piace stare a contatto col talento, perciò entrate, le nostre stanze sono accoglienti e sempre aperte a chi cerca ispirazione e ama la condivisione. Redazione. Contributors. Iole Cianciosi Classe 1991. Relativista, indipendente, moderata. Storica dell’arte di formazione, attenta lettrice, “fotografa” per passione. Crede nella stessa luce verde in cui credeva Jay Gatsby. Scrive ogni tanto, per vivere. Mimma Rapicano Napoletana, graphic designer. Scrive racconti per vivere, più o meno intensamente, questo breve intermezzo che è la vita. I suoi racconti si possono leggere (anche) sul suo blog. Maria Begossi L’arte è una menzogna che ci permette di conoscere la verità” (P. Picasso) Ilaria Sponda Nata agli sgoccioli degli anni Novanta. La fotografia dà significato ai suoi atti, la poesia ai suoi pensieri, la danza al suo corpo. Ricerca i dettagli e l’astrazione, …
Per alcuni scrittori è difficile trovare una definizione che li contenga, sono autori per pochi, apprezzati e conosciuti più dalla critica che dai lettori, nelle librerie uno scaffale per loro non è stato ancora allestito. È il caso di Francesco Permunian, scrittore italiano autore di romanzi e racconti il cui stile affascina per l’uso di una lingua “che è perfetta, spiccia e sprezzante, furente” (Giulio Mozzi), senza mai storture linguistiche o trame d’occasione così comuni a certa scrittura dei nostri tempi. Da lettrice sono rimasta affascinata dal mondo grottesco abilmente descritto da Permunian, un mondo allucinato e folle, dominato dalle disillusioni, pieno di fantasmi e ossessioni. “Permunian ha una fantasia fiamminga. Gremisce le pagine dei suoi libri, stralunate operette morali più che romanzi; e le rende brulicanti: come le tavole nelle quali l’arte di Bosch ha rovesciato catastrofi ironiche di cercopitechi senza dentiere, bàtraci stravaganti, vesciche, figure lucertolesche o aracnee, […]” così descrive la sua scrittura Salvatore Silvano Nigro nella prefazione a COSTELLAZIONI DEL CREPUSCOLO edito dal Saggiatore. Francesco Permunian non è un autore alla …
Tra pochi giorni avremo tutti, o quasi, qualcosa di nuovo da indossare, qualcosa da mostrare con fierezza ai nostri amici. Gioielli scintillanti cingeranno polsi felici, almeno per una sera, e su voluttuose scollature dondoleranno come trofei rinnovate promesse d’amore. I desideri di grandi e piccini stanno per avverarsi, o quasi. Qualcuno acquisterà il best seller dell’anno perché fa molto intellettuale-radical-chic regalare un libro di questi tempi. Daremo baci e riceveremo abbracci, telefoneremo ai parenti e agli amici lontani e, a fine giornata, il riverbero dei tanti auguri fatti e ricevuti ci donerà una inaspettata serenità. Luci, stelle, dolci e bollicine abbonderanno sulle nostre tavole. Cibo sempre in quantità spropositata perché mangiare è un po’ ingrassare la fortuna e noi, di buona sorte, ne abbiamo un gran bisogno. Brinderemo all’amore e all’amicizia, alla salute e alla gioia. Per tutti, o quasi, è un rito che si ripete noiosamente identico ed è come recitare lo stesso copione anno dopo anno. E poi… poi saremo tutti più buoni e dietro i nostri sorrisi tutto risplenderà, il nostro cuore vibrerà e …
[Una recensione in forma di lettera] “Da tutta la vita cerchi un sorso d’acqua pulita, un raggio di sole. Anche dov’è buio. Finora l’hai trovato sempre. Semplicemente perché c’è. Anche nei luoghi in cui sembra impossibile intravederlo. Più è buio, più bisogna immaginare la luce. Per questo gli inquieti, i malandati, i ciechi, gli storpi e i malati di solitudine sono da sempre i tuoi eroi. Perché quando incrociano la luce esprimono una forza tale da seppellirci tutti. Come la famosa risata del buon tempo andato” *** Caro Michele, per recensire il tuo libro ho abbandonato il caldo tepore di casa e mi sono immersa nel caos cittadino. Ti scrivo al tavolo di un bar in pieno centro, è sabato mattina, è quasi Natale. La città sa già di festa e brulica di turisti che vagano alla ricerca dell’angolo perfetto da immortalare nei loro selfie, gioiosi d’aver trovato un luogo pieno di storia da toccare e cose buone da mangiare. Io, circondata dal vociare grasso del popolo mio, apro il taccuino e inizio a scriverti. …
“E così nacque Ferguson, e per diversi secondi, una volta uscito dal corpo di sua madre, fu l’essere umano più giovane sulla faccia della terra”. Questa frase che si trova nelle prime pagine di 4321 di Paul Auster è, secondo me, l’essenza del romanzo, il cuore pulsante di Archie Ferguson intorno al quale gravita l’intera narrazione. Non è un romanzo lineare e all’inizio chi legge sente quasi il bisogno di una mappa per orientarsi nelle quattro possibili vite di Ferguson. Il destino che lo aspetta, quello che diventerà o che potrebbe diventare dipende da un evento o più eventi che cambiano il corso della sua esistenza. Quella manciata di secondi, che fanno di Ferguson l’essere umano più giovane sulla faccia della terra, vanno via veloci mentre inizia il conto alla rovescia dei giorni che gli restano da vivere. È solo in quell’istante che Ferguson è vivo, superato quello è già tutto finito o quasi. 4321 è dunque il countdown di Archie Ferguson ma anche “[…] una parabola del destino umano e degli infiniti bivi che …
“La vita è un’isola di estasi in un oceano di noia e, dopo i trent’anni, è raro veder terra. Nel migliore dei casi vaghiamo da una smangiata striscia di sabbia a un’altra, ben presto assuefatti a ogni granello di sabbia che vediamo”. Caro lettore, se la tua vita è un’isola e il tuo oceano di noia non ti tormenta allora non leggere L’UOMO DEI DADI di Luke Rhinehart (pseudonimo di George Powers Cockcroft), questo romanzo non fa per te, potrebbe sconvolgerti. Passa oltre, cercati una lacrimevole storia d’amore con baci struggenti e passioni edulcorate, magari con un leggiadro finale di fiori profumati e spicciola felicità. Stai alla larga da L’UOMO DEI DADI perché la storia è tutta tormento, pensiero, follia e sesso senza inibizioni. Il dottor Luke Rhinehart (nome sia dell’autore che del personaggio del romanzo) è un affermato psichiatra newyorkese con studio a Manhattan, una moglie e due figli. Ha tutto ciò che un uomo nella sua posizione possa desiderare, eppure qualcosa lo affligge: “Il massimo che ero arrivato a sperare era di liberare …
Vorrei fare di certi romanzi il mio sacro monolite, poter ricordare a memoria ogni parola, ogni pensiero donato dallo scrittore all’umanità tutta. Ma la mia memoria è fragile, è debole e ciò che resta è una sensazione di inadeguatezza. MELANCOLIA DELLA RESISTENZA, dello scrittore ungherese László Krasznahorkai, è un romanzo che merita un posto speciale nell’Olimpo della Letteratura. Dopo averlo letto mi è venuta il folle desiderio di ricopiare i passaggi più intensi – e ne sono davvero tanti –, quelli che ho riletto più e più volte per la loro smisurata bellezza. È arte, mi sono detta, e dinanzi all’arte tutto il resto è inutile, superfluo. Il romanzo di László Krasznahorkai non è solamente la dolorosa metafora di un’invasione (l’Unione Sovietica che nel 1956 invase l’Ungheria) ma è lo specchio dentro cui si riflette la frustrazione e la disillusione di chi ha visto cancellata ogni certezza. Il bene e il male si fronteggiano, danzano con gli eventi, e ogni cosa è travolta dall’inevitabile crollo. MELANCOLIA DELLA RESISTENZA inizia con un lento viaggio in treno, …