All posts filed under: Interviste

Intervista: Leila e l’inverno onirico di “Blu”

Leila Bahlouri è nata a Roma ma ha origini persiane. Il padre è di Mashhad, città del nord al confine con l’Afghanistan, dove di tanto in tanto va a trascorrere il tempo in famiglia, o si muove in esplorazione per il paese. Dice di conservare poco di quella cultura nel quotidiano, sebbene la sua anima sia poco italiana e la poesia iraniana influenzi la sua scrittura. Vive un senso di alienazione costante. Ho scavalcato per perdermi Oltre il giardino, Ma non c’è niente da prendere Solo un respiro.   Ciao Leila, è un piacere intervistarti. Quando è iniziato il tuo percorso? Ciao Ilaria, innanzitutto grazie. Il mio percorso è iniziato nel 2016, quando con Federico Leo ho iniziato a scrivere e suonare brani in italiano. Li abbiamo poi pubblicati, messo su una band e partiti per un tour di due anni. Parlaci del nuovo singolo Blu: com’è nato? Come lo descriveresti in tre parole?  Blu è il primo di una raccolta di brani dedicati alla natura: i suoni del bosco, la lentezza nel fare le …

4tet – mi sono fatta un giro tra i suoni dei Tanake

4tet - mi sono fatta un giro tra i suoni dei tanake

— Perché dovrei parlare con te? Dimmi. Non sapevo neppure esistessi fino ad un attimo fa ed è mezzo minuto che ti dico di andare. E, sai, mi prude il naso. Proprio adesso. E devo scegliere se grattarmi o parlare. Se stare in me o non stare affatto. E poi è morta Mary Ann, li dove è nata, a Macungie, Pennsylvania. L’ho conosciuta un anno fa che aveva già 93 anni, e l’ho fotografata mentre le visitavano gli occhi. Aveva una pelliccia di plastica tigrata, le mani profumate di qualcosa. Ha riso con me, tutto il tempo e poi è andata via. Proprio come ieri, quando la figlia mi ha scritto che il giorno prima le ha chiesto di cercarmi, che voleva ringraziarmi di averla fatta ridere tanto, per dirmi che quel giorno e i giorni che sono venuti era stata felice. Hai capito? Sai di cosa parlo? Hai ragione, nulla che ti riguardi, cose che prudono il naso. Che domanda è? Ho pregato fno ai sette anni. Poi silenzio, ché il tempo vale. Ah …

SCRIVERE CON IL RASOIO – INTERVISTA A FRANCESCO PERMUNIAN

Per alcuni scrittori è difficile trovare una definizione che li contenga, sono autori per pochi, apprezzati e conosciuti più dalla critica che dai lettori, nelle librerie uno scaffale per loro non è stato ancora allestito. È il caso di Francesco Permunian, scrittore italiano autore di romanzi e racconti il cui stile affascina per l’uso di una lingua “che è perfetta, spiccia e sprezzante, furente” (Giulio Mozzi), senza mai storture linguistiche o trame d’occasione così comuni a certa scrittura dei nostri tempi. Da lettrice sono rimasta affascinata dal mondo grottesco abilmente descritto da Permunian, un mondo allucinato e folle, dominato dalle disillusioni, pieno di fantasmi e ossessioni. “Permunian ha una fantasia fiamminga. Gremisce le pagine dei suoi libri, stralunate operette morali più che romanzi; e le rende brulicanti: come le tavole nelle quali l’arte di Bosch ha rovesciato catastrofi ironiche di cercopitechi senza dentiere, bàtraci stravaganti, vesciche, figure lucertolesche o aracnee, […]” così descrive la sua scrittura Salvatore Silvano Nigro nella prefazione a COSTELLAZIONI DEL CREPUSCOLO edito dal Saggiatore. Francesco Permunian non è un autore alla …

“Vinpeel degli orizzonti” – una favola per adulti; Quattro chiacchiere con Peppe Millanta

«Nella sua collezione c’erano conchiglie con dentro il rumore della battaglia di Trafalgar, o il mare calmo di quando Colombo arrivò in America, o ancora i flutti battuti dalla pioggia del Diluvio Universale.» Vinpeel degli orizzonti, Peppe Millanta Caro lettore, quanti anni ti pesano sulla testa e dove ti trovi adesso? Non importa, chiedevo per rompere il ghiaccio. Caro lettore, mi trovi destabilizzata e in certo modo confusa, perché le parole generano a volte scompiglio, perché le parole sono importanti. Con queste, sono importanti le storie. La vicenda di cui voglio parlarti adesso è la storia di una storia, ovvero il racconto sul modo in cui tutto comincia, su come si generano alcuni resoconti che i più chiamano letteratura. Ho parlato con una persona che con le parole ha stretto una specie di patto, per lui le parole sono dense nostalgie, ponti, porte, luci, meraviglie. Questo non perché sia laureato in legge, questo perché è un musicista e uno scrittore. Peppe Millanta l’ho conosciuto tempo fa, non di persona, ma tramite la musica sua e …

PERDIDA REINA – mi sono fatta un giro nelLa Festa Nera di Violetta Bellocchio

mi sono fatta un giro nella Festa Nera di Violetta Bellocchio (testo e foto: Lulu Withheld – soundtrack: Vater by Soap&Skin) Lo sapevo e non lo sapevo. Il dolore è l’unica cosa vera che ci è rimasta. Io questa storia me la sono dovuta scollare di dosso piano lentamente con le mani le dita la pelle, prima di potere dire di esserne uscita illesa. Perché. Perché questa è una storia in cui ci si scivola dentro (a fondo) senza volerlo. È una crepa, questa storia. E quando si decide di cadere in uno squarcio bisogna essere pronti a perdercisi e a segnare il passo come Hänsel e Gretel per poi potersene tornare indietro. Riavvolgere il nastro fino all’inizio. Mettere di nuovo in play. Guardare il girato. Lo vuoi vedere? Lo vuoi davvero vedere?  C’è una crepa in tutte le cose.  Violetta Bellocchio scrive un ritratto di tre filmaker come se fosse un vecchio video in VHS riversato in digitale, una specie di artefatto contemporaneo simultaneo per raccontare un distopico futuro che è già in fieri. Racconta …

La Casa Vuota – mi sono fatta un giro tra le foto di Stefano Usberghi.

La Casa Vuota – mi sono fatta un giro tra le foto di Stefano Usberghi.

Che molte delle foto di Stefano Usberghi mi piacciano è un dato di fatto. Che questo suo piccolo progetto “La casa vuota” mi colpisse al cuore non è una cosa scontata. Quando me lo ha spedito, via e-mail, ho guardato queste fotografie e mi è venuto tipo da piangere. Una specie di viaggio a ritroso, empaticamente possibile, che solo la fotografia permette di fare. E la sapiente alchimia di Stefano. Ho deciso di fargli qualche domanda, sul suo lavoro in generale e su questo progetto, che mi ha davvero molto emozionato. Stefano Usberghi è un Direttore della Fotografia classe 1984. Fotografia statica e in movimento per lui sono parte dello stesso percorso di ricerca, scatta lavorando in pellicola su piccolo e medio formato. Quando hai iniziato? Da ragazzino suonavo in una band punk hc. Purtroppo non c’è molto materiale di quel periodo fine anni ’90 a Roma. C’erano un sacco di punk, di skin girl, di mods, di skaters. Avevo una telecamera mini DV, che girava immagini di scarsa qualità, ma al contempo molto affascinanti. …

Libro Rotto: intervista a Luca Buoncristiano.

Libro Rotto: intervista a Luca Buoncristiano.

      “Lasciate che mi presenti. Sono Rotto, Joe Rotto un tipo ricco e di classe, piacere di conoscervi”. Eccolo, dunque: dopo anni di apparizioni illustrate e caustiche sentenze, Joe Rotto prende fiato, parola e tutta la scena esplodendo nelle 258 pagine del Libro Rotto di Luca Buoncristiano, romanzo edito da El Doctor Sax Beat & Books di Gabriele Nero. E il piacere, davvero, è tutto nostro. Uno spacciatore di peccati, un dandy nichilista, un manipolatore, un facilitatore. Impeccabile, Joe Rotto non si scompone mai. Piuttosto ricompone i pezzi di un collage pop straordinario, un irresistibile baraccone di ballerine e nani, attori e cantanti celebri masticati e restituiti al pubblico sotto forma di psichedeliche storie umane-troppo-umane che incalzano e disturbano e fanno ridere e fanno riflettere. Parecchio. Carne, nevrosi, dipendenze, ossessioni, omaggi, citazioni, illustrazioni: dentro c’è tutto e tutto risucchia e trascina beatamente tra le infinite le pieghe di questo straordinario mondo Rotto. Non resta che seguirlo sulla sua cattiva strada fino all’orlo del precipizio e godersi il potente, surreale panorama che Joe Rotto generosamente offre. …

Anime galleggianti, ovvero: un viaggio simbolico, due musicisti e una chiacchierata col fotografo che li ha accompagnati

Zamboni e Brondi raccontano quell’avventura a parole, tu tramite delle immagini bellissime. Avresti voluto aggiungere altro al racconto, oppure ti senti di aver detto tutto tramite quegli scatti? «Credo di aver “detto” tutto quello che ho provato in quei quattro giorni» Piergiorgio Casotti © Piergiorgio Casotti C’è una salina che sembra un iceberg, dei cartelli stradali che sbucano dalle erbacce ai margini della palude e indicano Rovigo, Mantova, Venezia, il Po. Le indicazioni spingono l’osservatore disperso a ricollocarsi in un contesto spaziale definito: siamo in Italia anche se pare di essere altrove. Altrove per indicare un quadro indistinto, di coordinate vaghe e imprecisate. Dispersi, alla deriva, guardando immagini di non luoghi, potenti, bellissime, sospese in un nulla indolente, accomodante, terra di presenze leggere, fuochi fatui, anime dei morti. Ma i cartelli parlano chiaro e le voci narranti ci riportano con forza alla realtà. Di nuovo catapultati nell’orizzonte dell’essere. Che peccato. Era un posto così bello, quello, per viverci e morirci. Ma «adesso siamo qui, passati dall’essere assaliti da troppe cose contemporaneamente al non essere assaliti …

Michele Palazzo: da dove comincia il mondo – storie e strade newyorkesi

      Originario ravennate, classe 1968, laureato in architettura, residente a New York City dal 2010. Le fotografie di Michele Palazzo sono bellissime, potenti, cariche di una compostezza bilanciata dal dinamismo che ruota attorno alla street photography; corpose di un colore vivido in equilibrio con la luminosità che le avvolge e in netto contrasto con la vita che le abita: un ammasso in subbuglio, in moto perpetuo. Raccontano un presente che “sai” che è in qualche modo ancora in corso, da qualche parte, lontano, oltreoceano. Sono contemporanee al massimo grado, anzi post-contemporanee. Raccontano di un’America a cavallo tra quella fuori dal tempo della poetica Beat alla Kerouac a quella che traspira dalla grande letteratura di DeLillo, senza tralasciare i caratteri del “romanzo verità” delineati dal maestro Capote: non a caso il titolo della mostra è omaggio evidente all’omonimo libro dello scrittore di New Orleans. Si è chiusa da non molto la prima personale di Michele Palazzo, ospitata dal 29 novembre 2017 al 12 gennaio 2018 presso gli spazi espositivi della Still Gallery di Milano, a cura di Denis Curti e Maria Vittoria Baravelli. Abbiamo posto qualche domanda al …

Musica, Eggregora, Omid Jazi, Tooting Bec

Quando ascoltate un brano vi ponete mai domande che vorreste fare a chi ha prodotto quei suoni e quelle parole? Oggi dalle domande non se ne esce vivi. Ho proposto questa apparentemente semplice ma insidiosa intervista a Omid Jazi, di cui abbiamo già parlato in quella che non amo definire una recensione di Tooting Bec, il suo secondo album in studio. E’ stata una chiacchierata su ciò che ruota intorno ai pianeti che compongono il mondo artistico di Omid, che ha da poco rilasciato il video del suo brano Eggregora. Chi è Omid Jazi? Figlio di emigrati, uno che non ha visto una famiglia per la maggior parte della propria vita. Che non ha conosciuto la stabilità. Che per questo fa di tutto per creare il proprio mondo. Cosa ti ispira nella vita di ogni giorno? Rispetto a tutto quello che potrei immaginarmi, un passerotto sul marciapiede mentre cammino, un bambino che chiude gli occhi rivolto al sole e sorride, qualcuno che aiuta un bisognoso per strada, un amico che mi chiede come stai? In cosa credi? …