All posts tagged: Serie TV

La Casa di Carta crolla

La Casa di Carta crolla

3 Aprile 2020, mi sveglio con un solo pensiero: la quarta stagione de La Casa di Carta è disponibile su Netflix. Durante la mattina lavoro distrattamente, scorro i social e la minima immagine relativa alla serie mi fa letteralmente sobbalzare. Insomma, faccio il salto dello spoiler, evito le sponsorizzate delle pagine che ne parlano, slalom tra gli amici che alle 10 del mattino hanno già guardato la metà dell’ultima stagione. Quest’attesa mi distrugge, devo pensare ad altro. Ma scaltramente Netflix mi ricorda con un video di promo il dubbio con cui ci siamo lasciati lo scorso luglio: Nairobi è viva?  Devo aspettare l’ora di pranzo, se non altro ho il cibo a cui pensare. Arrivano le 13, col piatto davanti mi fiondo letteralmente su Netflix e la vedo lì, in tutto il suo splendore. Giuro che mi viene un brivido lungo la schiena e penso che il minimo errore potrebbe facilmente disattendere le mie aspettative.  Guardo la prima puntata e come inizio non c’è male. Nairobi a cavallo tra la vita e la morte, Tokyo …

Black Mirror: Bandersnatch. Quando giocare a fare Dio è un “trip” che non appaga

[una disguida non convenzionale sull’esperimento interattivo Netflix: dal teorema dell’insoddisfazione al fatalismo 3.0] di Disguido Luciani   – Facciamo che io sono Dio e tu fai tutto quello che dico io? – Ma tutto tutto? – Sì, proprio tutto. Black Mirror: Bandersnatch, l’ultimo esperimento della serie TV britannica targata Netflix, segue lo schema del gioco più vecchio del mondo: uno fa Dio (di solito chi, già da piccolo, palesava accenni di delirio d’onnipotenza o mania del controllo), l’altro la “sua creatura”. Uno il padrone, l’altro il servo; uno il burattinaio, il “puparo”, l’altro il burattino. Il pupo. O, più romanticamente, uno il narratore, l’altro il personaggio. Semplice, no? Già allora, però, se ben ricordate, il gioco non finiva sempre poi così bene. Anzi, diciamo pure che non finiva mai bene.  Il pupo, ad un certo punto (di solito alla prima richiesta “eccessiva”), stanco, si lamentava smettendo di eseguire i comandi. Peggio, si ribellava. E magari iniziava a protestare pretendendo di fare lui Dio. Certe volte, poi, era Dio che si stancava. Ché fare Dio è una …

Fargo I: Il riscatto dell’antieroe borghese

fargo I

«Avrebbe scrollato le spalle se gli avessero detto che la sua vita sarebbe cambiata di punto in bianco.» Georges Simenon Quanto sarà alto Lester Nygaard? Più o meno quanto il suo spessore morale o la sua fortuna nel farla franca. Un metro e cinquanta circa. Né troppo, né troppo poco, una statura media. Come medio è il personaggio che incarna, come nei limiti della medietà risiede la sua grandezza nel diventare, velocemente, assassino. Uno che era solamente assicuratore. La vicenda mi ha ricordato tanto un libro che non mi è piaciuto molto o che non mi è piaciuto quanto Fargo: L’uomo che guardava passare i treni, di Simenon, che racconta la storia di Kees Popinga, gentiluomo di Groninga, che da un giorno all’altro diviene ricercato in mezza Europa. Lester agisce più o meno secondo gli stessi meccanismi mentali e con la stessa cristallina lucidità. Ma non viene ricercato nell’immediato, perché di lui si comincia a sospettare tardi, perché lui è intoccabile dentro le mura della sua blanda quotidianità, dei suoi cortesi buongiorno e buonasera, dei …

A, B, C… (a proposito di Maniac)

[a proposito di Maniac di Lulu Withheld – soundtrack: Out of Mind by DIIV] A, B, C. E passa la paura. Nel sogno sto smanettando con un cubo di Rubik, ma non riesco a scrollare bene i cubetti. Ho paura di non terminare il rompicapo per tempo, qualcosa di molto più importante è legato a questo maledetto cubo. Allora ci sono io che cerco di farlo velocemente seguendo il modello, l’algoritmo, che mi hanno insegnato quest’estate, ma nulla… questo cubo che ho in mano, nel sogno, è una cinesata e scrolla male. Ecco che poi il sistema si inceppa. Si inceppa tutto il sogno. Allorché mi sveglio, stamattina, e me lo chiedo eh, se le ho prese nel giusto ordine le pasticchine salvatristezza da viaggione nella mente. L’abc del salvavita. È che io ne ho fatti diversi nella mia vita di viaggioni da ferma, quelli dentro la testa dico. E cazzo Cary Fukunaga ne fa un piccolo capolavoro del viaggio dentro di sé, questo catartico e pazzesco viaggio dell’eroe dentro se stesso per me è …

Ho guardato tutti gli episodi di Game of Thrones in due mesi

trono

21 giugno 2016. Solstizio d’estate. Sono sola in casa. Sono partiti tutti per le vacanze. Ci siamo solo io e il mio pappagallo. Da giorni mi frulla un’idea in testa. Sarà che qui in casa stanno guardando le puntate di Merlin, oppure mi sono stancata di leggere le condivisioni dalle pagine Facebook a riguardo e di non coglierne l’ironia. Ora ci siamo. Guardo il pilot del Trono di Spade, o Game of Thrones, come preferisco dire. Ho sempre nutrito forti pregiudizi nei confronti di quello che poi avrei definito uno dei colossi targati HBO. Sarà che mi è sempre parsa come una serie TV un po’ nerd. Immaginavo i lettori sfegatati della saga di George R. Martin come una sfilza di sfigatelli dediti al fantasy, che per inciso ho sempre accuratamente evitato. Invece eccomi qui, nel primo giorno d’estate, a sentirmi rimbombare nelle orecchie prima la maestosa sigla e poi che l’inverno sta arrivando. Quello che proprio non riuscivo a comprendere era dove fosse la bellezza di questa serie. Credetemi, poi l’ho capito. Dovevo solo oltrepassare la corazza …

Edonismo e squillo per bene: The girlfriend experience

Le serie TV suscitano dubbi e pareri contrastanti. Se così non fosse sarebbe tutto più facile e noioso. Perderemmo i fattori che contraddistinguo un’opera rispetto ad un’altra, disintegrando la componente artistica fino a ridurla ad una poltiglia omogenea, inutile nella sua forma e contro la sua stessa natura di materia in eterna evoluzione. I casi sono diversi, i rapporti che si instaurano tra le serie TV e chi ne usufruisce sono sempre soggetti ad una lunga catasta di sentimenti ed emozioni che emergono davanti ad una scena qualsiasi. È un mare immenso quello che bagna le spiagge del gusto che lo spettatore è solito frequentare. Tutto segue il lento procedere della consuetudine stilistica, quel frangente in cui non avvertiamo il bisogno di osare perché la pigrizia ce lo impone con tutte le sue forze. Il caso di The Girlfriend Experience (2016), serie TV diretta da Lodge Karrigan e Amy Seimetz, trasmessa dal canale televisivo Starz, ha creato una spaccatura nel pubblico, sancendo la divisione di un giudizio dapprima più che positivo e successivamente uno piuttosto negativo. La …

Breve storia di un divano troppo grande

Nella mia camera tre metri per tre, avevo deciso di sistemare un divano a due piazze di fianco alla porta che permetteva di accedere al balcone. In quel periodo presi a guardare con attenzione tutte le inserzioni delle grandi catene di arredamento, Ikea per la maggiore. Quando trovavo qualcosa di bello incappavo spesso nel problema delle dimensioni. Troppo profondo, troppo largo e troppo alto. A me serviva un semplice divano che accogliesse comodamente i miei sessantacinque chili, consentendo loro di trovare una morbida superficie dove poter lasciarsi cadere con il resto del mio corpo. Pensavo già ai momenti in cui avrei letto un libro, visto un film o le prime sei puntate di una serie TV. Il primo divano che entrò nella mia camera era bianco, in finta pelle, preso non ricordo dove. Più che un due piazze era poco più largo di una caparbia poltrona. Lo schienale si spingeva su, dritto verso il collo, concedendoti la possibilità di lasciar cadere la testa nel vuoto che si creava alle sue spalle. L’euforia scaturita dalla comodità …

L’amore è una serie tv da dieci episodi

L’amore è quella cosa di cui tutti parlano senza mai capirne nulla. Un insieme di parole che prende forma da una relatività assoluta. Qualcuno lo desidera romantico, qualcun altro lo pretende truce come la lama di un coltello invaso dalla ruggine. Come in qualsiasi altra materia, anche nell’amore esistono riluttanti poli estremi. La sdolcinatezza è quella che va per la maggiore, e a farne le spese sono tutti quei folli osservatori che non possono far altro che star lì a tenere d’occhio le sorti della stronzata del momento, come se fosse una cerimonia kamikaze. Lo scorso 19 febbraio, Netflix ha diffuso la prima stagione di Love, l’ennesima fatica orchestrata da Judd Apatow ma che vede l’implicazione di altri due sceneggiatori, ovvero Paul Rust e Lesley Arfin. Lui è lo stesso Apatow di film che vanno da 40 Anni Vergine (2005) a Un Disastro di Ragazza (2015), e serie tv come Freaks & Geeks e Girls. Un produttore invischiato in un cinema che ha segnato le adolescenze e le post adolescenze di una numerosa schiera di giovani brufolosi figli dei celeberrimi American Pie. Leggendo la …

Odissea Sons of Anarchy

In Sons Of Anarchy ho scoperto un microcosmo che contiene tutto quello di cui siamo fatti. Dai rapporti umani sino alle caratteristiche individuali che ci abitano, facendo una lunga sosta in quello che potremmo definire come lo stereotipo del fuori legge americano, proveniente direttamente dagli scenari western composti da coloro che assalivano i convogli ferroviari nel pieno del deserto rovente. Quando ho visto le sei stagioni disponibili su Netflix — la settima ed ultima stagione è ancora fuori dalla lista, vi consiglio di trovare altre fonti streaming — sono stato subito colpito dal fatto che ai miei occhi si ripresentava l’immagine di qualcosa che avevo rimandato tempo prima per i giorni migliori. Naturalmente, dopo essere rimasto a bocca asciutta con l’ultima puntata di Narcos, qualcosa me la dovevo pur inventare. Quello che offre Netflix in Italia è imbarazzante rispetto a quello che è presente nel catalogo statunitense, ma la cosa non ha destato le mie intenzioni nella ricerca della Serie Tv che avrebbe portato in auge la mia vena di binge watcher. Tra una cosa e l’altra, davanti alla proposta …

Sense8 — I Wachowski regalano poesia

Se qualche tempo fa qualcuno mi avesse chiesto cosa fosse un senziente, con somma sorpresa, avrei detto di non conoscerne l’esistenza. Si dice che l’essere senziente sia il principio fondamentale della conoscenza, alcuni sostengono invece che elementi come acqua e fuoco siano esseri senzienti perchè capaci di impersonare il senso del tatto, o ancora i Buddisti ritengono il senziente un essere formato di pura coscienza…potrei continuare ancora per un po’, rispolverando vecchi libri di filosofia, ma cos’è effettivamente che mi ha colpito di questo argomento, tanto da decidere di scriverne? Il genio di due grandi cineasti: i fratelli Wachowski, noti ai più per essere i genitori di quel masterpiece che è “Matrix”, che hanno deciso di focalizzare le loro spiccate doti di seneggiatori in una serie tv, composta da 12 episodi e prodotta da Netflix, al secolo Sense8. La penna di Lana&Andy scrive la storia di un gruppo di otto persone, o meglio senzienti, strettamente interconnessi tra di loro fisicamente ma ancor più sentimentalmente, seppur dislocati in angoli differenti del globo. Veniamo messi di fronte alla superba poesia dei Wachowski, dal …