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Libri in spiaggia e luna alta in pieno giorno

La dura legge del libro in spiaggia, una lunga storia fatta di bestseller che si inseguono tra le onde e i granelli di sabbia, sotto gli ombrelloni di attenti lettori che attendono — a piedi nudi sulla sabbia rovente — che il bagnino svogliato apra la sdraio a fasce gialle e verdi. Scelgono la migliore delle posizioni da assumere senza dimenticare di riproporre quella più consona al periodo e via, pagina dopo pagina, arrivare alla tanto agognata fine. Ma davvero esiste un ipotetico libro per l’estate? Davvero uno vale più dell’altro e merita di essere sfogliato in riva al mare? Romanticismo a parte, ho passato gli ultimi due giorni a cercare la risposta giusta a queste domande, indagando qua e là sul motivo per cui qualcuno considerato tra i grandi agitatori culturali di questo paese stabilisce qual è o meno il romanzo da portare con sé in spiaggia, insieme al telo e alla crema protettiva — o abbronzante, a seconda dei casi. A questo punto credo sia necessario andare oltre la trilogia di E.L. James e i suoi strabilianti risultati ottenuti …

Breve storia di un divano troppo grande

Nella mia camera tre metri per tre, avevo deciso di sistemare un divano a due piazze di fianco alla porta che permetteva di accedere al balcone. In quel periodo presi a guardare con attenzione tutte le inserzioni delle grandi catene di arredamento, Ikea per la maggiore. Quando trovavo qualcosa di bello incappavo spesso nel problema delle dimensioni. Troppo profondo, troppo largo e troppo alto. A me serviva un semplice divano che accogliesse comodamente i miei sessantacinque chili, consentendo loro di trovare una morbida superficie dove poter lasciarsi cadere con il resto del mio corpo. Pensavo già ai momenti in cui avrei letto un libro, visto un film o le prime sei puntate di una serie TV. Il primo divano che entrò nella mia camera era bianco, in finta pelle, preso non ricordo dove. Più che un due piazze era poco più largo di una caparbia poltrona. Lo schienale si spingeva su, dritto verso il collo, concedendoti la possibilità di lasciar cadere la testa nel vuoto che si creava alle sue spalle. L’euforia scaturita dalla comodità …