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Edward Hopper e Gustav Deutsch – Una finestra sulla solitudine

solitudine

Una donna, seduta sul suo letto. Mentre il sole sembra volerla abbracciare, inondare, lei si stringe un po’ di più alle sue ginocchia, e con lo sguardo scavalca il davanzale di una finestra che dà sulla solitudine. Strade vuote e nient’altro che silenzio. Stiamo parlando di “Morning sun” (1952), uno dei capolavori del pittore statunitense Edward Hopper. Nato nel 1882, durante la Grande Depressione, l’artista ha attraversato le due Guerre Mondiali, fino ad arrivare ai conflitti razziali, l’assassinio di John F. Kennedy e l’inizio della guerra in Vietnam; ma anche l’era della musica jazz, la nascita della radio, del cinema e di Bob Dylan. Un periodo di tutto rispetto, che ha visto la nascita di nuove e rivoluzionarie tendenze artistiche. Tutto questo frastuono di eventi, bombe e tavolozze si spegne per qualche istante, e lascia spazio al silenzio. Ho sentito dire più volte che la vera protagonista dei quadri di Hopper è la luce; a me, invece, piace chiamarla energia. Guardando le sue opere si percepisce una tensione simile a quella della corda di un violino, …

Michele Palazzo: da dove comincia il mondo – storie e strade newyorkesi

      Originario ravennate, classe 1968, laureato in architettura, residente a New York City dal 2010. Le fotografie di Michele Palazzo sono bellissime, potenti, cariche di una compostezza bilanciata dal dinamismo che ruota attorno alla street photography; corpose di un colore vivido in equilibrio con la luminosità che le avvolge e in netto contrasto con la vita che le abita: un ammasso in subbuglio, in moto perpetuo. Raccontano un presente che “sai” che è in qualche modo ancora in corso, da qualche parte, lontano, oltreoceano. Sono contemporanee al massimo grado, anzi post-contemporanee. Raccontano di un’America a cavallo tra quella fuori dal tempo della poetica Beat alla Kerouac a quella che traspira dalla grande letteratura di DeLillo, senza tralasciare i caratteri del “romanzo verità” delineati dal maestro Capote: non a caso il titolo della mostra è omaggio evidente all’omonimo libro dello scrittore di New Orleans. Si è chiusa da non molto la prima personale di Michele Palazzo, ospitata dal 29 novembre 2017 al 12 gennaio 2018 presso gli spazi espositivi della Still Gallery di Milano, a cura di Denis Curti e Maria Vittoria Baravelli. Abbiamo posto qualche domanda al …