All posts filed under: Letteratura

Rosa Shocking: il mix comico e bizzarro di Adam Levin

Giunto al temine della lettura di questa interessantissima raccolta di racconti, ho cercato di comprendere se al suo interno ci fosse o meno un unico filo conduttore che tiene unite le storie che si susseguono. Poi ho compreso che la chiave interpretativa di Rosa Shocking (Edizioni Clichy, traduzione di Sara Reggiani, 2015) di Adam Levin sta proprio nell’uso quotidiano che facciamo delle parole. Tutti i racconti giocano, senza alcun contrasto, tra i significati di ogni singola espressione su cui magari siamo abituati a sorvolare. Le tematiche narrate vertono su gran parte dei tratti della società contemporanea in cui viviamo. Incomprensioni familiari, omosessualità, morte e sfighe colossali sono le prime che mi passano per la mente. Levin è una delle voci emergenti del panorama letterario statunitense. Il suo romanzo d’esordio è The Instructions (2010), ancora inedito nel nostro paese. Ha seguito i corsi di scrittura creativa presso la Syracuse University — tra i cui docenti figurava un certo George Saunders — nonché fucina di alcuni scrittori di un certo rilievo — tra gli allievi degli anni precedenti spicca il nome di McInerney, mentre tra i docenti …

L’ossessione di Pincherle

Per una quantità di motivi, certamente non ultimo quello che sono un uomo di lettere, non amo la vita pubblica. Intanto, non mi piace il potere, né piccolo né grande, almeno per me, il gioco non vale la candela. E poi, l’artista, per sua natura, non è fatto per fare politica. L’arte, anche quella dell’artista più modesto, vuole la ricerca dell’assoluto: la politica, anche quella dell’uomo politico di genio, la ricerca del possibile, del relativo, del contingente. Dagli uomini politici che cercano l’assoluto, bisogna guardarsi: Hitler cercava l’assoluto, Stalin cercava l’assoluto. Parto da questa citazione di Moravia, presente ne L’inverno nucleare (Bompiani, 2000), ampia raccolta di saggi, interviste e articoli riguardanti le armi nucleari, e portata avanti tra il 1982 e il 1985. La sezione precisa in cui ho ritrovato, sottolineato ed apprezzato questo pensiero è qualcosa di per se originale: un’intervista che il Moravia scrittore rivolge al Moravia candidato al Parlamento Europeo. Null’altro che un guardarsi allo specchio e il riconoscere i motivi della sua ossessione per il nucleare, che lo spingono a candidarsi come rappresentante …

City Lights e l’anticonformismo americano

Negli anni ’50, nel mondo del cinema americano, ha avuto origine un movimento che si dissociava completamente dagli schemi in voga in quel periodo all’interno della cultura e della produzione cinematografica. Presero il nome di teddy boys e furono capitanati dal giovane e promettente James Dean. Stessa cosa avvenne anche nello scenario letterario: Peter Martin fondò a San Francisco la City Lights Review, una rivista dedicata in particolare alla cultura e al cinema. Il nome venne preso in prestito proprio dal film muto di Charlie Chaplin prodotto nel 1931. Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg A far parte di questa formazione editoriale sorta precisamente nel 1953, ci furono tutte le nuove voci del panorama letterario americano di quegli anni, coloro che diedero vita alla tanto amata Beat Generation. Per la maggiore aderirono autori quali Allen Ginsberg, Jack Kerouak, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti. Quest’ultimo ricoprirà un ruolo di rilievo, dato che contribuirà in prima persona al progetto della rivista. Alcuni considerano proprio Ferlinghetti il vero fondatore della redazione situata al 261 Columbus Avenue, che diede voce a tutti gli artisti …

Bukowski era uno spione tremendo

Di solito capitano situazioni che proprio non riesci a tollerare in alcun modo. Inizialmente avverti la loro presenza come una sensazione passeggera, ma successivamente ti rendi conto di quanto sforzo ti spetta realizzare per far fronte ad un’evenienza che ti annullerà completamente. Non vedi l’ora di passare oltre e aggirare l’ostacolo che si è presentato. È stata una svista, ma ora tocca sopportare tutta la roba che ne consegue. Rimani lì ad ascoltare, ad osservare, costretto a tenere gli occhi — e gli orecchi — fissi. Cerchi di far altro, ma l’invadenza tocca livelli alti. Ti giri dalla parte opposta sapendo ormai di essere diventato parte integrante di quello che sta accadendo. Storie che ti sono del tutto estranee diventano tue e non c’è alcun modo per evitare che questo accada. Potresti utilizzare la tua preferita tecnica dell’indifferenza “acuta”, oppure andar via e cambiar posto. Hai l’obbligo di rimanere lì. Lo spettacolo prosegue e il tuo viso non teme di esprimere la seccatura e il disprezzo verso tutto il genere umano. In momenti come questi non puoi concederti il …

Jay McInerney e il vortice metropolitano

Dal Massachussetts a New York il passo è breve. Soprattutto se sei un giovane ventiquattrenne che dopo la laurea è in cerca del successo, accetti qualunque lavoro si presenti pur di fare la giusta gavetta. Inizi dal basso per poi partire verso la vetta, scalando la cima con l’intenzione di raggiungere i piani alti. Sguazzare nel mare di coloro che occupano ruoli chiave — e di tutto rispetto — e godere di quella buona dose di privilegi che determinati lavori trasmettono. In Le mille luci di New York (Bompiani, traduzione di Marisa Caramella) di Jay McInerney, incontriamo un protagonista perso nella metropoli più affascinante degli Stati Uniti. I rumori di fondo sono parte del traffico strombazzante dei taxi gialli e dei locali notturni che frequenta. Tutto è sfuggente, e in un breve lasso di tempo vedrà il proprio matrimonio in declino e il lavoro andato a farsi benedire. Sua moglie Amanda è rimasta in Europa dopo essere partita per un set fotografico tra la Grecia e la Francia. Annuncia il suo divorzio attraverso una telefonata che lascia impietrito lo stesso protagonista — cui …

Da dove sto leggendo

L’ordine era andato a buon fine. Tutto secondo i piani. Non mi restava altro che aspettare l’arrivo del pacco con tanto di corriere sorridente. Sarà una loro consuetudine. Forse sono semplicemente fortunato, dato che non mi è mai capitato uno di quelli scontrosi che odia il proprio lavoro. Qualche tempo fa girava un video — diventato virale — in cui un corriere, probabilmente stanco dei continui rimandi da parte del destinatario o per chissà quale altro motivo, lancia il pacco da recapitare oltre il cancello della proprietà con una certa violenza — e seccatura. Ho atteso quattro giorni, dopodiché eccolo arrivato. Questa volta non sono riuscito nemmeno a vedere l’espressione in volto del corriere: non ero in casa. Altri hanno firmato al posto mio. Tralasciando gli stupidi tragitti che ultimamente compiono queste famose scatole di cartone, mi sono subito fiondato su quello che era il mio obiettivo da qualche mese. Ho pranzato con una certa distrazione. La mia attenzione era tutta rivolta a lui. Eppure l’avevo atteso per così pochi giorni. Ci sono stati casi in cui ho dovuto attendere anche …

Into The Wild Truth: la versione di Corine McCandless

Molti sono rimasti colpiti dalla storia di Chris McCandless. Alcuni lo definiscono una vera icona, altri invece un giovane folle partito senza soldi per chissà quale strano scopo, lasciando a casa i propri cari avvolti dalla disperazione (sensazione vissuta solamente per i primi giorni, ndr). Chris ha lasciato la sua casa, la sua famiglia — e sua sorella, l’unica con cui era in totale sintonia — per attraversare gli Stati Uniti. Unica destinazione i boschi dell’Alaska, dove il 6 settembre del 1992 venne poi ritrovato cadavere nel ormai famoso Magic Bus. La sua storia venne poi raccolta e pubblicata dal giornalista Jon Krakauer nel gennaio del 1993 sulla rivista Outside. La cosa subì una forte diffusione a livello mediatico, tanto che lo stesso giornalista decise di approfondire la vicenda scrivendoci sopra un libro. Nelle terre estreme venne pubblicato nel 1996. Al suo interno c’è tutto il materiale raccolto da Krakaeur nelle ricerche compiute nel corso degli anni. Interviste e racconti selezionati nell’arco di quattro anni. Nonostante le informazioni reperite dal giornalista sulla vita di McCandless, su sorella Corine delineò un limite non oltrepassabile: chiese di mantenere …

Arriva in Italia Lamb di Bonnie Nadzam

Da oggi è disponibile in tutte librerie Lamb (Edizioni Clichy, 240 pp., traduzione di Leonardo Taiuti), romanzo della scrittrice statunitense Bonnie Nadzam. Pubblicato negli Stati Uniti nel 2011 — vinse il prestigioso premio Flaherty-Dunnan nello stesso anno –, arriva adesso in Italia con Edizioni Clichy tra le fila della nuova collana Black Coffee. La trama del romanzo è incentrata sulla vita di David Lamb, un uomo di 54 anni con alle spalle un matrimonio fallito e una carriera lavorativa stoppata sul più bello: dopo esser stato trovato in compagnia di una sua collega, il suo capo lo inviterà a prendere una lunga pausa dal lavoro. Bugiardo e abile manipolatore, si ritrova a bighellonare in un parcheggio. In testa ha il cappello da baseball di suo padre, seppellito proprio in quel giorno. Tra le auto in sosta incontrerà Tommie, una ragazzina di 11 anni con cui instaurerà un rapporto di amicizia. Dall’incontro tra i due alla fuga/rapimento il passo è breve: Lamb porterà con sé la sua giovane amica in campeggio nelle Rock Mountains dopo averla sedotta. Una serie di regali e qualche racconto sulle sue …

Il punto di vista di Rugarli

A vederla dall’esterno, la vita di Giampaolo Rugarli appare una qualunque, intrisa di abitudinarietà contrapposta ad occasionali fughe verso i limiti, sormontati come solo riesce ad un adolescente nel pieno della sua esplosione emotiva. Eppure qualcosa si muove, verrebbe da aggiungere una volta conosciuta la sua storia in ogni minimo dettaglio — per quanto ci è consentito conoscere. Giampaolo Rugarli è stata una delle figure della letteratura italiana che più ha saputo meravigliare con le sue opere. Impiegato presso un’importante banca lombarda, trascorre gli anni del suo impiego da direttore nella filiale romana. Oltre al suo lavoro in banca ha diretto la Rivista Milanese di Economia, pagine queste che hanno ospitato i contributi di gran parte degli economisti italiani successivi agli anni del boom economico. Insomma, una biografia di tutto rispetto la sua, ma che poco sembra avere a che fare con la realtà letteraria del nostro paese. Invece Rugarli fu uno degli autori più tradotti all’estero, uno scrittore “lento” che ha atteso gli anni della pensione — arrivata nel 1985 — per dare alle stampe il suo primo romanzo. Due …

Hemingway: la vita è una tragedia

Qualche giorno fa ho chiuso Addio alle armi di Ernest Hemingway — non dovrei nemmeno nominarlo lui, dato che il titolo dice già tutto. Era una lettura che rimandavo da tempo. Avevo trovato il primo Meridiano tra gli scaffali di una libreria poco curata. A dire il vero il legittimo proprietario di questo volume che ho tra le mani neanche sapeva chi fosse Hemingway. Anzi, sapeva soltanto che era uno scrittore americano — lascio i particolari della scena alla vostra fervida immaginazione. Ora comunque fa parte della mia libreria. Non lo perdo mai di vista. Detto questo, ho deciso di leggerlo anche dopo la pubblicazione di questo post. Mi ha dato la spinta giusta (ringrazio ancora The Blookeranche per la condivisone del video. È qualcosa di unico, altro che gli archivi Rai). Addio alle armi è stato pubblicato nel 1929, anno della crisi del mercato americano prima, e mondiale dopo. Una data parecchio significativa se vogliamo legarla al contenuto dell’opera. In Italia venne data alle stampe solo nel ’48, dopo che la traduttrice Fernanda Pivano fu per questo arrestata durante gli anni del regime fascista. …