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Let’s call the whole thing translation — Intervista a Marco Rossari

Quando leggete (un libro a caso) La Certosa di Parma e riflettete sulla storia, sulla forza dei personaggi, sulle loro azioni e parole, chi state davvero giudicando? Sono ormai sette anni che studio teorie di traduzione e da poco ho cominciato a metterle in pratica, riscontrandole nei testi che umilmente traduco. Tra le diverse pippe mentali che mi faccio dato il mio interesse per la traduzione — e come me tanti altri che se ne occupano — penso ai meriti, alle colpe, allo scrittore, al traduttore, all’editore e a tante altre spinose faccende. Insomma, mi pongo un sacco di problemi, sbattendo poi il muso sempre contro il solito muro: posso ancora accettare il binomio traduttore-traditore? Chi bisogna preservare nella traduzione? E’ giusto che un contesto culturale venga lasciato nel suo involucro o il traduttore italiano può permettersi il lusso di tradurre lo slang americano col dialetto romano? Io la metto sul piano della libertà e i puristi sicuramente storceranno il naso, facendosi difensori della fazione “parola per parola”. Ma esiste davvero un modo giusto per tradurre? Di tutti questi miei personalissimi quesiti …

La fotografia come arte — Intervista a Lobbiaz

Di recente ho provato l’irresistibile impulso di avvicinarmi al mondo della fotografia istantanea. Ho acquistato una Polaroid 636 (non è pubblicità occulta, vero?) e aspetto solo di averla tra le mani per cominciare a sperimentare. Le istantanee hanno un fascino completamente diverso dalla fotografia digitale. La sensazione che si prova nel sentire fisicamente la pellicola e ciò che viene scritto su con la luce, è quasi una magia. Pensate a quanto sia bello scattare una fotografia e vederla uscire direttamente dalla macchinetta. Guardare il risultato ottenuto su uno schermo digitale non è esattamente la stessa cosa. Ho conosciuto il lavoro di Lobbiaz quasi per caso. Lui è un fotografo francese che predilige la fotografia analogica, ma utilizza anche il formato digitale. E’ poliglotta, scatta bellissime istantanee ed ha all’attivo diversi progetti — che potete ammirare e acquistare, se volete, sul suo sito. Ma a me non bastava, perciò presa dalla curiosità ho deciso di fargli alcune domande. Lobbiaz ha accettato di rispondere e ne è venuta fuori una bellissima chiacchierata — in videochiamata, su Facebook, in un martedì di …

Intervista a Greg Gonzales dei Cigarettes After Sex

cigarettes after sex

Vi è mai capitato di ascoltare per caso un artista o una band e di innamorarvene perdutamente? Giovedì scorso sono stata a una tattoo convention ed è stato un bel pomeriggio che ho trascorso tra amici, musica e tatuaggi. Quando sono uscita dall’evento pioveva a dirotto. Mi sono infilata velocemente in macchina e sono tornata a casa.  Scorrendo i social mi sono imbattuta in Nothing’s Gonna Hurt You Baby dei Cigarettes After Sex. Quel basso iniziale, la voce del cantante (in principio ho pensato fosse una voce femminile), il mood del pezzo, tutto mi ha lasciata imbambolata. Come quando vi innamorate. Conoscete la sensazione, no? Il vuoto allo stomaco, quella mancanza continua di fiato, il sorriso sciocco che si disegna sul volto. Sì, insomma mi avevano colpito in modo particolare. E quella sensazione mi era mancata per un po’. Ho cercato altri brani da ascoltare e ne ho trovati ben pochi. I Cigarettes After Sex hanno pubblicato un EP di quattro brani nel 2012 e un singolo a giugno 2015. I ragazzi non sembrano affatto delle rockstar e …

Bob Dylan negli scatti di Ted Russell

Era la fine del 1961 quando il fotografo Ted Russell si trovava a New York. In quei giorni ricevette una chiamata da un amico che gli parlò di un giovane cantante folk molto simile a Woody Guthrie. Russell non conosceva affatto lo scenario della musica folk. Lui amava il jazz, e fino a quel momento non sapeva di cosa stesse parlando il suo amico quando gli consigliò di immortalare le gesta di un Bob Dylan poco più che ventenne. Ebbe così modo di scattare delle foto proprio durante la sua esibizione al Gerde’s Folk City. Lo stesso Russell ammise che in quel momento non fece minimamente attenzione a quello che accadeva musicalmente. Si concentrò a guardare nel mirino per tutto il tempo — attratto a sua volta dalle piccole dimensioni del club –, immortalando gli instanti di colui che divenne il più celebre cantautore statunitense. Alcuni giorni dopo quell’esibizione, Ted Russell fece visita al menestrello nel suo appartamento del Greenwich Village. Dylan era con la sua ragazza Suze Rotolo. Russell chiese ai due di comportarsi come se fossero completamenti soli, per nulla …