Author: Lulu Withheld

Curon – il doppelgänger di Dark

Curon

“C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire”— Andrej Arsen’evič Tarkovskij Curon è una serie italiana targata Netflix, uscita il 10 giugno scorso. La sinossi, che avevo letto in giro e riporto qui, mi aveva intrigato. Ed è stato il motivo per cui ho guardato tutti e sette gli episodi della serie. Anna Raina, una donna milanese, fa ritorno dopo 17 anni di assenza nel natio paese di Curon, piccola località di montagna sulle rive di un lago su cui circolano strane leggende, insieme ai figli gemelli adolescenti Mauro e Daria. Nonostante i tentativi di dissuasione del nonno Thomas, la famiglia si stabilisce nell’inquietante albergo di quest’ultimo. Mentre i ragazzi si ambientano nella nuova realtà, Anna scompare misteriosamente; nel tentativo di ritrovarla, i gemelli scoprono …

I know this much is true

This much is true

I know this much is true di Derek Cianfrance con Mark Ruffalo in onda su HBO, un episodio a settimana. Alla vecchia nostalgica maniera. (Per il terzo episodio ci tocca arrivare al 24 maggio). Quando finisce il primo episodio succede che ti manca il fiato. Una coltellata dall’inizio alla fine questo primissimo episodio, ma anche il secondo. Probabilmente anche il terzo. Senza tregua senza luce tutto immerso in un grigio verde anni novanta (epoca di ambientazione). Tutto sottoesposto, come i sentimenti. Nascosti. Inviolati. La luce, il sole, solo una volta farà capolino in 59 minuti di storia. In quella scena straziante in cui “Domenico” Dominick/Mark Ruffalo cerca di recuperare suo fratello gemello, Thomas/Mark Ruffalo, nell’acqua del fiume. Adesso posso avere il mio panino al McDonald’s? Quasi religiosa questa sequenza, come del resto lo è anche il sacrificio iniziale quel religious act, di una morte di un volere di una morte di un non accettarla la morte. E poi il sole, eccolo, che inghiotte in controluce i due fratelli, un Caino e un Abele moderni.  “Sono …

Assembramenti

assembramenti

Cerco di ricordare gli assembramenti della mia vita, non tutti eh. Solo quelli belli densi dico. Penso alle calette minuscole della Corsica quest’estate. Tutti ammassati su quei minuscoli lembi di spiaggia, tra le scogliere a picco sul mare. Penso alle strade della mia città, dove bestemmio per scansare e non investire la gente in bici. Gli assembramenti dopo il Comics alla stazione di Lucca per prendere il penultimo regionale per tornare a Firenze, che più pieno è impossibile pensarlo un treno. Penso all’Italia che vince i mondiali tutti in piazza a Bologna in uno degli assembramenti più assurdi di gente sopra i tettucci delle auto o sotto i portici a far balotta, che ho perso tutti i miei amici nella ressa generale della festa ma ne ho incontrati mille altri di amici, quella sera. Penso al primo maggio a Roma una vita fa e il primo maggio a Mutonia l’anno scorso. Al concertone dei Fugazi, a fine millennio scorso, a quella folla di ragazzi schiacciata dentro il CPA di viale Giannotti. Penso alle Street Parade …

Loris sta bene

Loris sta bene - Simone Bozzelli

…è Loris il protagonista del cortometraggio, un ragazzo che con semplicità – e sempre un poco di meraviglia – vede il mondo che lo circonda, senza rendersi conto di quanto sia artificiale, finto, idealizzato. E compie un gesto assurdo per riscattare un amore insoddisfatto, forse perché troppo pretende, o forse perché troppo poco riceve. Simone Bozzelli LORIS IS FINE (2017) di Simone Bozzelli Una piccola famiglia, Loris e sua zia. Una piccola vita, sempre la stessa. Loris è un ventitreenne estremamente ingenuo, aspetta un uomo che non ha mai visto. L’uomo, conosciuto in chat, è un sieropositivo disposto a trasmettergli la propria malattia. Per Loris il virus è un alleato alla ricerca del desiderato rapporto simbiotico con Valerio, il suo fidanzato sieropositivo. Loris sta bene sarà disponibile dal 1 al 3 maggio (fino alle 24:00) in streaming gratuito durante le giornate del Lovers Film Festival a Torino. Rassegna cinematografica online sul sito e sui social. Il Lovers Film Festival lancia l’iniziativa Lovers on line #cimanteniamoinlinea che si svolgerà dal 30 aprile al 4 maggio, nei …

Ghosting

Ghosting

Avevo un’amica. Che mi ha lasciato a piedi. Così da un giorno all’altro, sparita. E no, non è morta. È viva e sta bene. Avere a che fare con il Ghosting nell’età del proprio tramonto fa quasi sorridere. Non essendo quelli della mia generazione nati nell’era digitale. Fa ridere, giuro. Vedere gli adulti alle prese con una pantomima (dei poveri) circa i loro figli. Ah, per chi non lo sapesse, il ghosting è l’equivalente del nostro sparire silenziosamente all’alba senza lasciare il numero di telefono al tizio/a con cui eravamo finiti a letto. Scherzo. Non è così, cioè non solo così.  Ha un senso più ampio, ghosting è diventare un fantasma nella vita degli altri. Sparire. Non rispondere più. Diventare invisibile. Morire tipo agli altri.  Certo, a parole è come una passeggiata. A parole, quasi tutto lo è.  Ma provateci voi a restare improvvisamente monchi di un amico di un’amica così, senza che vi venga portato via dalla morte. Non sto scherzando. Perché restare senza qualcuno a cui hai voluto bene fa schifissimo, no? Cioè …

Il set ai tempi del distanziamento sociale

distanziamento sociale

Videochiamare le modelle per fotografare la schermata della videochiamata. Tipo scimmia in astinenza da set. Non mi viene in mente altro termine. Oppure genialata artistica in pieno distanziamento sociale. Poi mi chiedo, ma c’è differenza? Il passo è breve dagli assorbenti della sconosciuta artista anni ’90 alla banana di Cattelan. Ça va. Dicevo. Scorro i feed di instagram della nostra pagina @casadiringhiera e mi imbatto in queste foto che, insomma come dire, non è che siano belle nel significato originario del termine; ma quello che mi cattura è qualcos’altro, qualcosa che in questi giorni è un po’ ovunque. Dalle stories alla tv alla vita vera. La gente blindata dentro/dietro agli schermi, con la pitonata che fa la camera quando cerca di grabbare un frame dal monitor. (Pitonata: il refresh dei field). Distanziamento sociale a 75 hz. Allora dicevo, scusate mi perdo continuamente, scorro i feed e mi imbatto in queste:  Fighe no? Loro le modelle, dico. Loro sono sempre fighe.  La foto è uno screenshot da computer oppure è una foto dello schermo fatta al momento; …

Hope. Speranza.

Hope. Speranza.

Poi l’alba. Ancora.I pianti. Ancora.Trattenuti. Esplosi. Trattenuti.La rabbia. Ovunque.L’incertezza più di ogni altra cosa. La vedi.Riesci a vederla? Giorni cheSaranno come le finestre aperte chiuse aperte di fronte.La musica. Anche. Di fronte. Come la vita che passa, di fronte.Ma anche quei pianti purtroppo, che intendo. Saranno come la notte a fumare da soli guardando le stelle che non si vedono in città le stelle. Ma qui dove sto io in questo angolo di città è pieno di stelle. Le puoi toccare le stelle se chiudi gli occhi, dappertutto certo. Puoi farlo. E poi dopoSaranno come fuochi d’artificio.Belli come non se ne vedevano da tempo.Ma Saranno anche questo singhiozzare che resta.Questa tristezza, che resta.E il silenzio. Che resta.Lo senti? È ovunque. Ma infinesaranno come la vita che torna. Diversa, ma torna. Torna sempre la vita.Lo sai, no? Si chiama Speranza. (E no, non è il Ministro). And then the dawn. Again.The crying. Again.Withheld. Exploded. Withheld.Rage. Everywhere.Uncertainly, more than anything else. You see it. Can you see it? Daysthat will be as the windows, open and closed …

A Christmas Carol

Ma voi ve lo ricordate A Christmas Carol? Il Canto di Natale? L’ho ripreso in mano oggi che è solstizio di inverno. No solo così, perché mi era venuto in mente. In realtà mi era venuto in mente Morloch. (E stavolta, lo so, solo i miei coetanei sopravvissuti a un’infanzia anni ’80 potranno capire il senso di questa parola) Dicevo il Solstizio. L’ora più buia. Il giorno più breve dell’anno. La morte del Sole e sua, conseguente, Rinascita.  Sono sempre stata legata a questo momento particolare. C’è nell’aria questa luce pazzesca, greve e splendente come una minaccia. Una luce da fine del mondo.  Ma il tempo, lo sappiamo, è una roba ciclica. L’eterno ritorno delle stagioni. E trovo curioso che l’inizio dell’inverno coincida con la rinascita del sole. Quel sole vincitore che si festeggiava prima dell’istituzione, tutta cristiana, del natale.   Noi di Casa di Ringhiera ci concediamo qualche giorno di riposo, prima di tornare a nuova luce. Una specie di piccolo letargo, lungo appena la durata di queste feste natalizie. Sverniamo tra un panettone un pandoro …

4tet – mi sono fatta un giro tra i suoni dei Tanake

4tet - mi sono fatta un giro tra i suoni dei tanake

— Perché dovrei parlare con te? Dimmi. Non sapevo neppure esistessi fino ad un attimo fa ed è mezzo minuto che ti dico di andare. E, sai, mi prude il naso. Proprio adesso. E devo scegliere se grattarmi o parlare. Se stare in me o non stare affatto. E poi è morta Mary Ann, li dove è nata, a Macungie, Pennsylvania. L’ho conosciuta un anno fa che aveva già 93 anni, e l’ho fotografata mentre le visitavano gli occhi. Aveva una pelliccia di plastica tigrata, le mani profumate di qualcosa. Ha riso con me, tutto il tempo e poi è andata via. Proprio come ieri, quando la figlia mi ha scritto che il giorno prima le ha chiesto di cercarmi, che voleva ringraziarmi di averla fatta ridere tanto, per dirmi che quel giorno e i giorni che sono venuti era stata felice. Hai capito? Sai di cosa parlo? Hai ragione, nulla che ti riguardi, cose che prudono il naso. Che domanda è? Ho pregato fno ai sette anni. Poi silenzio, ché il tempo vale. Ah …

La bellezza violata ha interrotto la festa

La bellezza violata ha interrotto la festa. - Lulu Withheld

La bellezza violata -c’era scritto sul retro- la bellezza violata ha interrotto la festa. (La bellezza violata – Massimo Volume) Di storie ne ho sentite. Di bellezza violata. Di feste interrotte, dico, tante. Troppe.Tante sempre diverse sempre uguali. Con lo stesso finale di merda. Le ho sentite come si sentono tutte le cose che non ci riguardano, non personalmente almeno, con leggerezza. La superficialità data dalla distanza dei fatti, abituati a sentire tutto di tutto ormai. Con fatica. Con riluttanza. Con un’indignazione adeguata, che ci consente di andare avanti. Anche se forse no in realtà non è vero, mai con leggerezza. E forse a guardare meglio l’indignazione provata diventa rabbia. Anche quando è la pelle degli altri a vacillare. La rabbia.La senti la rabbia?Io sono incazzata. “In una cultura dello stupro, le donne percepiscono un continuum di violenza minacciata che spazia dai commenti sessuali alle molestie fisiche fino allo stupro stesso. Una cultura dello stupro condona come normale il terrorismo fisico ed emotivo contro donne. Nella cultura dello stupro sia gli uomini che le donne …