Author: Deborah D'Addetta

“Morgana”: la conoscenza offerta da una donna

la conoscenza offerta da una donna

“La conoscenza offerta da una donna fa di quella donna un mostro”. È questo uno dei fulcri riassuntivi di ogni protagonista dei podcast di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, rispettivamente autrice e coordinatrice editoriale di Storielibere.fm. Podcast e successivamente libro che si intitolano “Morgana”. Il fil rouge di tutte queste “storie di ragazze che tua madre non approverebbe”, come chiarisce il sottotitolo stesso dei podcast, è il ruolo e l’evoluzione che la figura della donna ha avuto nel corso dei tempi, abbracciando ogni ambito storico-culturale e mitologico della storia dell’umanità. Sarebbe banale partire da Eva? Forse sì, eppure la conoscenza offerta dalla prima donna ad Adamo, sotto forma di mela del peccato, allunga i tentacoli della colpa fino ai nostri giorni. Conoscenza che prende, a seconda della storia raccontata, le forme più disparate e demonizzate: la voce incantata delle sirene, l’intelligenza delle erudite degli anni ellenici, la modernità delle “streghe” medievali, la bellezza che diventa crimine, la voglia di riscatto tacciata come follia, il sesso come strumento di emancipazione.  Mezzi questi, rivendicati dalle donne come …

Isabelle, Matthew e Théo: “The Dreamers”

Isabelle Matthew

“Ora che siamo usciti e guardiamo là fuori, che cosa sogniamo?”. Forse è una domanda che si son posti anche Isabelle, Matthew e Théo, protagonisti di uno dei film più controversi di Bernardo Bertolucci, l’evocativo “The Dreamers”, rilasciato nel 2003 tra tante polemiche. Cosa sognava dunque quel trio così extra-ordinario? La libertà, intellettuale, sessuale, interiore, sullo sfondo di una Parigi in tumulto nel famoso maggio francese del ‘68. I tre si incontrano per caso, come nella migliore delle tradizioni, e tra loro esplode un’onirica, conturbante relazione. Isabelle, Matthew e Théo si isolano volontariamente, contraddicendo le loro ideologie politiche e rivoluzionarie. Sì perché mentre denudano la loro smaniosa giovinezza in ogni modo, fuori dal loro appartamento sta succedendo qualcosa di grande. Non uscivamo quasi più di casa ormai. Non sapevamo né volevamo sapere se fosse giorno o notte. Era come se stessimo andando per mare, lasciando il mondo lontano, dietro di noi. (Matthew) È un isolamento ovattato che ha come cornice l’arte a 360°. Il trio la respira, discute, interpreta e reinterpreta in una sorta di …

Venti metri pt4: Il sogno

Il sogno

La risposta è stata sì. Semplice. Come in quel sogno in cui va sempre tutto bene, il cielo è sempre azzurro e i pompieri australiani sono sempre pronti per il calendario duemilaventi/duemila-tutte-le-volte-che-vuoi. Visto da quassù, il mio balcone sembra minuscolo. Non so come abbia fatto Miguel a fare centro con il suo aeroplanino. Fatto sta che la mia reclusione non è più così triste. È proprio vero come la compagnia di qualcuno, compagnia che abbiamo dato così per scontata, sia talmente indispensabile da dover essere per forza condivisa. È una sensazione che avverto nell’aria, come un profumo. Il suo: di lenzuola stropicciate e tango argentino. Oh, a proposito, Miguel è argentino. E sì, il suo cognome è proprio Luna. Pare sia piuttosto comune dalle sue parti. Come il cliché tanto sdoganato della passionalità degli uomini latini. A questo proposito, non vorrei scendere nei dettagli (anche se so che sono quelli la cosa più divertente). D’improvviso mi sento avvolgere da un paio di braccia. Senza voltarmi, perché so che è lui, gli appoggio la nuca sulla …

Sigle tv: 5 opening credits che spaccano

sigle tv

Distillare un’intera stagione di temi, storie e idee in una sequenza molto breve. È tutta lì la magia di una sigla. Ce ne sono di memorabili, di premiate, di osannate. C’è chi le adora e chi le skippa. Le cinque di questo articolo non sono le migliori in assoluto nell’olimpo delle sigle tv. Ma hanno quel qualcosa che invoglia a saperne di più, a scoprire cosa c’è dopo.  Iniziamo con True Blood. Il team della Digital Kitchen, studio di produzione creatore anche degli opening credits di Six Feet Under e Dexter, scelse la canzone di Jace Everett, “Bad things”, e viaggiò proprio in Louisiana per effettuare le riprese per la sigla di True Blood. Quello che spunta infatti, nei suoi primi fotogrammi, è una chiarissima ambientazione umida e paludosa da profondo sud degli Stati Uniti. E appaiono lampanti due tematiche fortemente presenti nell’intera serie: fanatismo religioso ed energia sessuale. Il tutto tenuto insieme dalla costante presenza della morte.  Estremismo esplicito. Immagini di decomposizione. Un degradato bar di quartiere in cui donne e uomini flirtano senza …

Venti metri pt3: Punti interrogativi

Punti interrogativi

Miguel. Com’è che si dice in spagnolo? Hola, como estas? Non dovrebbero andarci degli strani punti interrogativi all’inizio della frase? Forse a testa in giù? Proprio come mi sento io in questo momento¿ Perché la gente fa così? Lanciare la pietra e poi tirare indietro la mano? Lanciare un aeroplanino e poi sparire senza spiegazioni? No, perché uno comincia a farsi due domande. Be’, più di una a quanto pare. Pensate che mosaico di punti interrogativi sarebbero state queste quattro righe se le avessi scritte in spagnolo. O se le avesse scritte Miguel, con quella sua calligrafia a zampa di gallina. Ho fatto un paio di ricerche, sapete? Una calligrafia piccola indica una personalità timida, introversa e le lettere, tutte vicine vicine, abbracciate, la difficoltà a restare da soli. Il che è abbastanza contraddittorio. Però questa è la giornata delle domande. Quindi procediamo. Può una persona timida e solitaria soffrire la timidezza e la solitudine? Non è forse proprio in momenti come questo che ci si ritrova a pensare: “Cazzo, come sono stato idiota quella …

Venti metri pt2: Le cinque di mattina

cinque di mattina

Ok, svegliarsi alle cinque di mattina non è una grande idea. Specie se ti metti a rimuginare sulla treccia chilometrica che il tuo EX parrucchiere ti ha tranciato nel ‘98. Sì esatto, quando gli avevi detto “spunta due millimetri”. O su quella volta che, non sai ancora come, ti sei materializzata nei bagni dell’università a fare cose con Teodoro Cinquepalle per poi finire dallo psichiatra. E dal ginecologo. O ancora, su quando uscirai di casa per testare la funzionalità delle tue gambe, la capacità di stare al sole come testimonianza di non essere diventato un vampiro e di socializzare con cose che non siano bottiglie di cherry, saponi di Marsiglia e piante carnivore. Il fatto è che non ho deciso volontariamente di svegliarmi alle cinque. Prima di andare a dormire, ho lasciato le tende aperte. Volevo guardare il cielo mentre ero a letto. L’ho trovata un’accortezza rilassante, coi pensieri che rimbalzavano di qua e di là e la speranza che il mio uomo misterioso si affacciasse al suo balcone e mi cogliesse avvolta da un’aura …

Venti metri

venti metri

Mi sono guardata allo specchio stamattina. Mamma, avrei voluto non farlo. Ma vi pare normale che la reclusione mi tiri fuori le occhiaie? Non che debba andare chissà dove. Non che debba fare chissà quanti metri. Beh, a dirla tutta, oggi avrei una specie di appuntamento. Quindi, correttore. Com’è che si metteva? Ah sì, con l’anulare. Incredibile, non mi trucco da due settimane e sono già diventata impacciata come un pinguino sui tacchi. Che dite, lo metto il rossetto? Non vorrei dare l’impressione di quella che sta cercando di accalappiare. D’altronde chi è che si mette il rossetto in casa se nessuno può levarglielo? Tutto questo perché la prima volta che l’ho visto (e che mi ha vista) non ero proprio un angelo di Victoria’s Secret. Il fatto è che non pensi a levarti di dosso il grembiule sporco di farina e le ciabatte coi ponpon se all’improvviso senti un pianoforte suonare. Da queste parti, non si sente più nemmeno la risata di una persona, figurarsi il suono di un pianoforte. Capite? Ed eccolo lassù. …