Author: Redazione

Sylvia Plachy e il substrato della realtà

Da qualche tempo c’è un pensiero che mi ronza nella testa: gli artisti ungheresi hanno qualcosa in più rispetto agli altri. L’artista che vi voglio presentare oggi è Sylvia Plachy, una fotografa che ha trascorso i suoi primi tredici anni di vita in Ungheria e che, proprio come Agota Kristof, (di cui vi ho parlato qui) nel 1956 è fuggita dal suo paese sconvolto dalla rivoluzione. Dopo la fuga la giovane Sylvia va a vivere a New York con la sua famiglia. Sarà suo padre a regalarle la prima macchinetta fotografica. Il regalo non è un caso: si tratta di un modo per farla sentire meno sola dato il recente sconvolgimento della sua vita per la fuga dal paese natale. Così Sylvia comincia a fotografare per ritrovare sé stessa, facendosi subito notare da nomi del calibro di André Kertész. Ho conosciuto il lavoro di Sylvia Plachy grazie a un interessante documentario trasmesso da Rai5 nel febbraio del 2013. Il documentario in questione, Close Up: Photographers at work, che risale al 2007, comprende la presentazione dei lavori e degli …

Hemingway: la vita è una tragedia

Qualche giorno fa ho chiuso Addio alle armi di Ernest Hemingway — non dovrei nemmeno nominarlo lui, dato che il titolo dice già tutto. Era una lettura che rimandavo da tempo. Avevo trovato il primo Meridiano tra gli scaffali di una libreria poco curata. A dire il vero il legittimo proprietario di questo volume che ho tra le mani neanche sapeva chi fosse Hemingway. Anzi, sapeva soltanto che era uno scrittore americano — lascio i particolari della scena alla vostra fervida immaginazione. Ora comunque fa parte della mia libreria. Non lo perdo mai di vista. Detto questo, ho deciso di leggerlo anche dopo la pubblicazione di questo post. Mi ha dato la spinta giusta (ringrazio ancora The Blookeranche per la condivisone del video. È qualcosa di unico, altro che gli archivi Rai). Addio alle armi è stato pubblicato nel 1929, anno della crisi del mercato americano prima, e mondiale dopo. Una data parecchio significativa se vogliamo legarla al contenuto dell’opera. In Italia venne data alle stampe solo nel ’48, dopo che la traduttrice Fernanda Pivano fu per questo arrestata durante gli anni del regime fascista. …

Il nuovo video di Findlay

Premetto che questo post ha come scopo quello di consigliarvi un semplice brano da ascoltare. Non si tratta affatto di una recensione. Mi dispiace deludervi, ma non ho i mezzi per farlo. La scorsa settimana oltre ad aver visto protagonisti Sanremo, 50 sfumature di grigio e San Valentino — chi più ne ha ne metta — sul nostro amatissimo YouTube è comparso il video del singolo della giovane Findlay, Electric Bones. Vi starete tutti — o quasi — chiedendo chi sia codesta ragazza proveniente da quella fucina di artisti rock che è la Gran Bretagna. Bene, ecco qualche notizia raccolta qua e là. Classe 1991, Natalie Findlay è originaria di Stockport. Conosciuta qui in Italia sopratutto per il singolo usato nello spot di una nota casa automobilistica tedesca, i suoi lavori si sono diffusi ad una velocità sempre crescente, nonostante siano ancora legati ad una scena piuttosto underground. Nel suo sito ufficiale non possiamo risalire ad alcuna biografia. Non ci rimane che affidarci alle varie notizie reperibili in giro per il web. Sinora ha pubblicato due EP: Off & On (2012) e Greasy love (2013). Sempre nel 2013 …

Quando il dolore si fa autoritratto

Amava dire di essere nata nel 1910 per far coincidere la propria nascita con l’inizio della rivoluzione, perché si sentiva “figlia della rivoluzione messicana”. Oggi vi parliamo di un’artista che non ha bisogno di presentazioni: Frida Kahlo. La pittrice messicana nasce nel luglio del 1907. Suo padre è un fotografo tedesco di origini ebraico-ungheresi e sua madre una donna messicana facoltosa. Conosce sin da bambina il dolore, a causa della sua spina bifida, ma questo non la fermerà nell’espressione del suo talento artistico e della sua forte e passionale personalità. Ad appena diciott’anni tuttavia le accade un terribile incidente in autobus e per questo sarà costretta a letto per molti anni. I suoi genitori le faranno appendere uno specchio sul letto a baldacchino per permetterle di dipingere durante gli anni di convalescenza. Frida tenta così di proporre la sua arte al famoso pittore Diego Rivera, che ne rimane molto colpito per lo stile moderno. I due dopo qualche anno si sposano: la storia tra Frida e Diego si rivela burrascosa, soprattutto a causa delle relazioni …

Addio a John Hopkins

Quello che vedete ritratto sopra è John Hopkins. Dei fotografi si dice che raramente si lasciano immortalare — un po’ come la storia del DJ che mette la musica alle feste solo perché non sa ballare — invece di lui abbiamo abbastanza materiale per ammirare i suoi usi e costumi. Hoppy, com’era solito farsi chiamare da amici e fans, è morto lo scorso 30 Gennaio a Londra. Aveva 78 anni. Tutti lo conoscevano per la sua attività di fotografo, reporter e giornalista, ma non solo. Ha ricoperto un ruolo di tutto rispetto nella scena della cultura underground a partire dagli anni 60. Iniziò a fotografare dopo aver ottenuto — sprecata volutamente, nel pieno delle sue facoltà — una laurea in fisica all’Università di Cambridge nel 1957. Di lì a poco ricevette in regalo una macchina fotografia, la stessa che gli consentì di iniziare a scattare i primi lavori per le maggiori riviste inglesi di quegli anni. Da annoverate tra le sue creazioni ci sono: la rivista anarchica The International Time e il club UFO. Il giornale nacque nel 1966 — pare con l’aiuto economico di Paul McCartney — a …

L’autobiografia gode di ottima salute

Sempre più si parla di scritto autobiografico. Negli ultimi tempi, e in particolare dagli inizi del ‘900, è divenuto uno dei generi maggiormente diffusi all’interno del filone della non fiction — sulla non fiction c’è un immenso dibattito in atto, meglio sorvolare. Basti pensare ai diari di guerra, pubblicati in maniera esponenziale in seguito ai due conflitti mondiali. Oltre a quest’ultimi, anche le testimonianze ed i memoriali dei prigionieri deportati nei campi di concentramento occupano un gradino di tutto spessore nella letteratura. Ad esempio, tra gli autori italiani troviamo Primo Levi che, con il suo Se questo è un uomo (1947), ci ha mostrato una realtà completamente radicata nel terrore della prigionia nei lager nazisti. Tralasciando le motivazioni che hanno ispirato i vari autori, scrivere in prima persona della propria vita è ormai un evento ben sdoganato — nonostante entrambe abbiano lo stesso oggetto, l’autobiografia è diversa rispetto alla biografia perché una la scrive l’autore stesso, l’altra invece la scrive un autore estraneo ai fatti servendosi di documenti e informazioni reperiti attraverso un’attenta ricerca. Quasi tutti si sono immersi nell’atto di …

Ieri — Agota Kristof: quando l’inconscio resta nell’ombra.

Ieri (Einaudi 2012, traduzione di Marco Lodoli, pp. 99), romanzo che si situa a metà dell’opera di Agota Kristof, può essere definito come la storia di un amore impossibile. Il tempo della narrazione è diviso in due parti: una nel presente e l’altra nel passato, il tutto armoniosamente interrotto da intermezzi onirici. La storia è quella di Tobias/Sandor, figlio della prostituta del villaggio, che nel presente conduce una vita tutta rivolta al passato. Attende Line, inventa storie sulla sua infanzia e nel frattempo le sue giornate si svolgono tutte allo stesso modo, definendo quello che Agota Kristof chiama “la corsa imbecille”. L’attesa della donna un giorno si conclude. Per un fortuito caso Line torna nella sua vita e Tobias/Sandor riacquista le speranze. Il romanzo è un continuo rincorrersi e cercarsi dei due protagonisti che pur provando dei sentimenti l’uno per l’altra, non vivranno mai sulla stessa lunghezza d’onda. Narrazioni secondarie, tutte da scoprire e gustare, non mancano in questo piccolo capolavoro di letteratura francofona. Lo stile, puramente Kristof, è tagliente, secco, glaciale, come la lama affilata …

Ballad of the mighty I: il nuovo singolo dei Noel Gallagher’s High Flying Birds.

Ballad of the mighty I è il secondo singolo che preannuncia l’uscita del nuovo album di Noel Gallagher con i suoi High Flying Birds. Chasing Yesterday uscirà per la Sour Mash, e sarà disponibile a partire dal 2 marzo. Il singolo, che vede la partecipazione di Johnny Marr, risente molto delle influenze dell’ex Smiths. Il tutto è condito dal virtuosismo di Gallagher, sempre presente nell’accuratezza posta nei suoi pezzi. Il testo, di cui vi propongo una personale traduzione, parla della continua rincorsa di una persona quasi indifferente, sfuggente. L’io narrante del brano si divide tra l’attesa dell’altro e l’orgoglio, simbolizzato con immagini di solitudine — voluta o imposta dalle circostanze. Nel momento in cui il progetto post-Oasis dell’altro fratello Gallagher affonda, Noel ritorna sulla scena musicale con un album nuovo e grintoso. Attendiamo il suo ultimo lavoro con ansia, mentre già gustiamo il singolo in anteprima. Ti ho seguito in capo al mondo Per aspettare sotto la tua finestra Con il sole o con la pioggia, chiamerò il tuo nome Ma tu mi sei appena passata accanto Se tu mi …

In uscita un Philip Roth “scatenato”

Esce oggi nelle librerie Roth scatenato. Uno scrittore e i suoi libri per Einaudi (traduzione di Anna Rusconi, pp. 424). Claudia Roth Pierpont, l’autrice di questa biografia sul grande scrittore americano, ha deciso di racchiudere in questo testo il resoconto di un’amicizia decennale con lo stesso Philip Roth — non preoccupatevi, tra i due non c’è alcun grado di parentela. Nota firma del giornalismo americano, nonché docente universitaria alla Columbia, l’autrice ha deciso di raccogliere in quest’opera le interviste, le conversazioni e i saggi, mirando alla costruzione di una storia ben solida dell’autore del famosissimo Complaint. Una collaborazione tra i due che ha portato alla raccolta di dati, documenti e fatti realmente accaduti, che consentono di comprendere quanto la sfera privata di un’esistenza abbia influenzato quella letteraria di un uomo del suo spessore. Tra i tanti dubbi che assalgono i lettori più affezionati a Philip Roth, ad oggi, questa pubblicazione risulta essere un raro gioiello da avere a tutti i costi tra gli scaffali della propria biblioteca, magari proprio nella sezione a lui dedicata — ammesso che qualcuno l’abbia mai creata. Negli …

Sagome nere al Cuvry Camp

Blu è uno degli street artists italiani più conosciuti a livello mondiale. Le sue opere sono comparse dagli Stati Uniti sino alla Palestina. In Europa, i suoi murales sono apparsi nei centri culturali di maggiore importanza, arrivando ad invadere il cuore dell’austerità tanto osannata. Stiamo parlando delle due opere che fino alla notte del 12 Dicembre scorso apparivano su due grandi facciate adiacenti al campo di Cuvry Strasse, nel quartiere berlinese di Kreuzberg, popolato da tende e baraccopoli. Brothers e Chain furono realizzati tra il 2007 e il 2008. Erano divenuti il segno che contraddistingueva l’intero villaggio abitato, per la maggior parte da cittadini di etnia Rom. Da sempre ostacolato, il campo nominato Cuvrybrache, nell’ultimo periodo è stato protagonista indiscusso di una serie di avvenimenti che hanno suscitato nello street artist italiano la decisione di rimuovere le due opere dalle grandi facciate. Mesi fa, le autorità tedesche hanno autorizzato lo sgombero del campo per via della costruzione di immobili residenziali. Precedentemente all’esecuzione dello sgombero, all’interno del campo scoppiò un incendio appiccato da due uomini del …