Will Butler-Policy

Nella famiglia Arcade Fire Will Butler, il fratello polistrumentista del frontman Win, è sicuramente il più schizzato e allo stesso tempo geniale dei due fratellini. Nei live si aggira come uno psicotico selvaggio, arrampicandosi sulle colonne dei palchi e contorcendosi come un novello Iggy Pop. Proprio per questo motivo, quando lo stesso Will annunciò il suo debutto da solista, ero molto curioso di sapere, e allo stesso tempo ascoltare, la piega musicale che avrebbe preso la sua nuova avventura.

Policy, registrato nell’arco di una sola settimana in uno dei luoghi più importanti e mistici della storia del rock, gli Electric Lady Studios di New York dove ancora oggi si respirano gli assoli e le magnifiche composizioni di Jimi Hendrix, è suonato interamente dallo stesso Will, aiutato soltanto dal fedelissimo batterista Jeremy Gara, si presenta come un excursus delle radici musicali e popolari dell’artista rivestite di abiti adatti al terzo millennio.

Butler utilizza una grande varietà di stili come il rock’n’roll , il garage, la new wawe, il synth pop e il funk anni 70 che rendono il disco assolutamente al di fuori di tutto quello prodotto fino ad oggi dagli Arcade Fire.

Ad aprire l’album troviamo Take My Side, brano che risveglia i vecchi fasti del rockabilly, che non avrebbe sicuramente sfigurato nella sale da ballo degli anni 50.

Anna, seconda traccia del disco, che abbraccia quello stile electro pop che rese celebri i Talking Heads, è accompagnato da un sovraeccitato falsetto in cui Butler esorta la sue eroina Anna ad: “estrarre il coltello, affilarlo per due volte e prendere tutti i soldi”.

L’album prosegue con il folk-rock di Son of God, per proseguire con una bellissima ballata di stile beatlesiano, Sing to me. A chiudere l’opera troviamo Witness, sicuramente un tributo a uno dei massimi pianisti del rock and roll, Jerry Lee Lewis.

Policy è un album gloriosamente svitato e geniale. Il susseguirsi dei generi e degli stili ne danno una composizione quasi schizofrenica che sicuramente dimostra come anche il fratello minore della famiglia Butler possa tranquillamente correre da solo.

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