All posts tagged: letteratura

Nothing but the night – John Williams

«E intorno ai suoi occhi, che erano profondi e scuri, luccicavano degli strani bagliori» John E. Williams Nulla, solo la notte. Nient’altro che il calore tiepido delle luci dietro le imposte quando la sera scende. Niente più di qualche onda sulla battigia di settembre. Un aquilone colorato che spicca il volo e precipita lento, maestosamente. Ci stupiamo della fine, come stupidi. Dovremmo stupirci di quando, tutto, sia cominciato. Nulla, solo la notte è il primo romanzo di John Edward Williams, che di certo tutti conoscono per Stoner, ma che pochi ricordano per quest’opera. È un peccato che nessuno se la sia filata più di tanto, ed è bene – anche prima di continuare con quello che ho da dire – che la inseriate nella vostra lista dei libri da leggere, se ne avete una, che vi appuntiate il titolo sopra un pezzo di carta, tra le pagine della vostra agenda, sul blocco note del vostro smartphone. C’è la storia di questo ragazzo che ce l’ha un po’ con tutti, ma prima con se stesso, in …

SCRIVERE CON IL RASOIO – INTERVISTA A FRANCESCO PERMUNIAN

Per alcuni scrittori è difficile trovare una definizione che li contenga, sono autori per pochi, apprezzati e conosciuti più dalla critica che dai lettori, nelle librerie uno scaffale per loro non è stato ancora allestito. È il caso di Francesco Permunian, scrittore italiano autore di romanzi e racconti il cui stile affascina per l’uso di una lingua “che è perfetta, spiccia e sprezzante, furente” (Giulio Mozzi), senza mai storture linguistiche o trame d’occasione così comuni a certa scrittura dei nostri tempi. Da lettrice sono rimasta affascinata dal mondo grottesco abilmente descritto da Permunian, un mondo allucinato e folle, dominato dalle disillusioni, pieno di fantasmi e ossessioni. “Permunian ha una fantasia fiamminga. Gremisce le pagine dei suoi libri, stralunate operette morali più che romanzi; e le rende brulicanti: come le tavole nelle quali l’arte di Bosch ha rovesciato catastrofi ironiche di cercopitechi senza dentiere, bàtraci stravaganti, vesciche, figure lucertolesche o aracnee, […]” così descrive la sua scrittura Salvatore Silvano Nigro nella prefazione a COSTELLAZIONI DEL CREPUSCOLO edito dal Saggiatore. Francesco Permunian non è un autore alla …

PERDIDA REINA – mi sono fatta un giro nelLa Festa Nera di Violetta Bellocchio

mi sono fatta un giro nella Festa Nera di Violetta Bellocchio (testo e foto: Lulu Withheld – soundtrack: Vater by Soap&Skin) Lo sapevo e non lo sapevo. Il dolore è l’unica cosa vera che ci è rimasta. Io questa storia me la sono dovuta scollare di dosso piano lentamente con le mani le dita la pelle, prima di potere dire di esserne uscita illesa. Perché. Perché questa è una storia in cui ci si scivola dentro (a fondo) senza volerlo. È una crepa, questa storia. E quando si decide di cadere in uno squarcio bisogna essere pronti a perdercisi e a segnare il passo come Hänsel e Gretel per poi potersene tornare indietro. Riavvolgere il nastro fino all’inizio. Mettere di nuovo in play. Guardare il girato. Lo vuoi vedere? Lo vuoi davvero vedere?  C’è una crepa in tutte le cose.  Violetta Bellocchio scrive un ritratto di tre filmaker come se fosse un vecchio video in VHS riversato in digitale, una specie di artefatto contemporaneo simultaneo per raccontare un distopico futuro che è già in fieri. Racconta …

Il diario di John Dunbar

di Michele Nenna A cinque anni conoscevo già tutte le scene di Balla Coi Lupi (Kevin Costner, 1990). Passavo ore intere davanti al videoregistratore collegato ad un televisore Mivar premendo i tasti così come lo faceva un bambino ossessionato dall’ultima uscita firmata Clementoni. Le cose che più mi attraeva erano i cavalli, la tribù indiana dei Sioux e le immense praterie verdi. La storia di John Dunbar rimase talmente impressa nella mia mente, dall’inizio alla fine — nessun frame escluso –, che ero diventato il fenomeno da baraccone della mia famiglia. Di alcune scene ricordo anche le parole, le movenze dei corpi e gli sguardi tra gli interlocutori. Attualmente non dispongo di chissà quale vasta conoscenza di cinema western — certo, qualche classico lo conosco, ci mancherebbe altro –, ma questo mio legame con un film che racconta una piccola parte di quella che è stata la realtà di un’area geografica, da una parte in lotta per la sopravvivenza e dall’altra per l’unificazione degli stati, mi ha accompagnato per il resto degli anni successivi. Ancora oggi, quando avverto quella strana sensazione …

Surfin’Italy: cavalcare le onde del Belpaese in vista del 2020

di Giovanna Taverni Quando negli anni Novanta la retorica voleva che si sognasse la California, il surf in Italia non era ancora arrivato. Mi ricordo l’estate in cui vagai alla ricerca di una tavola da surf autentica senza successo: tutti mi rispondevano con la stessa solita storia — in Italia c’è solo il windsurf, noi non abbiamo le onde dell’Oceano, fattene una ragione. Deve essere così che ho cominciato a sentire i Sex Pistols. Scoprire di come oggi il surf sia arrivato anche sulle nostre coste è doloroso, ma meglio tardi che mai. Laggiù, verso l’America, esistono addirittura riviste a tema che parlano esclusivamente di surf, con video dedicati alle più grosse imprese sull’arte di tenere il ritmo di un’onda, sono stati realizzati documentari sui più grandi surfisti, i primi pazzi che si sono scontrati contro le onde (si tratta di uno sport piuttosto giovane), sulle coste atlantiche dell’Europa — in Portogallo — ci sono tratti di costa interamente dedicati ai surfisti, e addirittura quest’estate Internazionale ha diffuso un articolo che racconta questo mondo ignoto al pubblico di lettori italiani. Lo avranno letto? …

Domenica mattina

di Francesco Tacconi … no è che c’è ‘sto fatto che ormai lavoro pure al sabato perché me lo hanno chiesto un sacco di volte di andarci e all’inizio dicevo di no ma poi con il fuoribusta che mi hanno offerto ho finito con l’accettare e così l’unico giorno libero che mi rimane veramente è la domenica e allora ho pensato che qualcosa dovevo fare pure io per distrarmi e per staccare e così ho cominciato a fare ‘sta cosa che mi piace un casino perché di fatto all’inizio avevo pensato di fare qualche sport come fanno tutti tipo corsa o piscina ma a correre mi pare di essere scemo perché in realtà non c’è un posto dove arrivare e in piscina mi annoio a morte a fare avanti e indietro con tutti i fanatici che ti vengono addosso o quelli lenti che non ti fanno passare mai che ci sono pure certe vecchie che te le raccomando e così ho pensato che dovevo trovare qualcosa di alternativo che di leggere ad esempio non ci …

Tracce Dalle Rovine

Tre o quattro giorni fa ero in veranda, seduto in un piccolo quanto modesto divano a due posti, cercando di cogliere una leggera brezza che avrebbe di lì a poco tenuto a freno la temperatura del mio corpo. Erano le nove del mattino e l’aria pugliese era già irrespirabile. Sotto una coltre di afa assai umida che ostacolava l’erezione del Gargano, lessi ormai le ultime pagine di quello che restava di Dalle Rovine (Tunué, 2015) di Luciano Funetta. Quella stessa mattina ho anche inaugurato la mia prima Instagram Stories, ma di questo non c’è più traccia — forse qualcosa ne è rimasto negli archivi di Zuckerberg. Pur apparendo inappropriato, tirare in ballo la storia del contenuto che resta visibile solamente per un giorno si collega direttamente a quello che accade all’interno del romanzo, ovvero ad un continuo ritrovamento di tracce che conducono in altre dimensioni personali che fanno capo ai diversi personaggi che affollano la narrazione. La storia di Rivera è nota a tutti. Se ne è parlato in lungo e in largo, tanto da occupare la vetta di …

Agota Kristof e la sfida di un’analfabeta

di Mariateresa Pazienza Tutti hanno uno o più scrittori preferiti. Conosco qualcuno che non si da pace se non dopo aver letto tutte le opere di un autore. Diventa quasi un’ossessione. Passi ore intere a leggere cose di e su di lui e non importa quanto sia stato prolisso, (o prolifico, fa lo stesso) ciò che conta è arrivare alla fine della sua bibliografia. Personalmente sono una lettrice molto selettiva. Non divoro libri come se non ci fosse un domani. Doso accuratamente le quantità di parole da somministrare alla mia mente e ai miei occhi. Questo è un aspetto che mi ha fatto scoprire la grandezza del dire molto con poco. E in questo caso non potrei che citare Carver come la sorpresa di questa mia ultima filosofia di lettura. Ma non è Raymond Carver la mia punta di diamante, nonostante la prosa sempre lineare e asciutta. Ho anch’io una scrittrice preferita, ed è Agota Kristof, l’apolide ungherese famosa soprattutto per la splendida Trilogia della città di K. e Ieri, romanzi pubblicati tra l’86 e il ’95. Nell’opera …

L’editor come addetto alle pulizie

Quando parliamo di pulizie corriamo sempre il rischio di rimanere incastrati nella noia che l’argomento può suscitare. Spolverare e riordinare sono due delle mansioni più odiose e antipatiche che si rispettino. È mattina e in serata avete degli amici a cena? Bene, sicuramente la vostra casa esige di essere messa a soqquadro per poi essere presentata perfettamente lucida in ogni suo angolo. Tra l’altro, nascondere la polvere sotto il tappeto non è affatto una buona scelta. A qualcuno potrebbe sempre scivolare una moneta, un’oliva o una nocciolina. Toccherà poi chinarsi, magari spostare di qualche centimetro il bordo del tappeto, e fare l’amara scoperta. In quel caso avrete sicuramente fatto una figura tra le più memorabili di sempre, una di quelle che ti si ripresenteranno nei momenti meno opportuni, tipo quando sei a tavola dai tuoi in uno di quei maledetti ed inutili pranzi di famiglia. L’editing dei testi e le pulizie di casa un po’ si assomigliano. Devi sistemare tutto alla perfezione altrimenti rischi di passare per il fesso di turno. Trascorri tutto il tempo …

Amore, non dirmi che siamo pazzi. Guardami

 di Chiara Gandolfi Io sono ossessionata dagli occhi: in terza elementare pensavo di diventare cieca perché avevo messo gli occhiali. Poi sono arrivata ad avere mancamenti di diottrie fino a 8 e ho capito tante cose. Per esempio che la scuola, aprendomi gli occhi su molte questioni della vita, gli occhi me li stava rovinando. Oliver Sacks è uno degli uomini che ho amato e, segretamente ma non troppo, continuo ad amare anche se non c’è più: un neurologo delle storie che mi ha avvicinato alle patologie della mente attraverso i casi dei suoi pazienti. Lui stesso soffriva di prosopagnosia, una condizione neurologica che gli impediva di riconoscere i visi delle persone, anche quelle care, anche la sua, davanti allo specchio. Era cieco da un occhio (aveva fatto la radio contro un melanoma) per cui potevamo amarci ancora di più, capirci nel profondo (vederci, un po’ meno). Nel suo saggio The Mind’s Eye, dove c’era anche Sue Barry che vede il mondo con un occhio alla volta — di lei però non sono stata gelosa -, ripercorre …