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Cotto al dente: Dido Fontana a Miami

utter Gallery, Miami. Ecco dove dovresti essere. A un grande evento, in un luogo spettacolare, con gente intorno che si agita, si infiamma e sorride, gente che ama l’arte e per questo davvero se la gode, in modo non convenzionale. E la musica che tiene il ritmo di Churned, un evento nell’evento — straordinario — diventato ormai un appuntamento imperdibile ogni anno a Miami per l’apertura di Art Basel, fiera internazionale d’arte contemporanea, trasformando la settimana in un mega evento culturale denso e dinamico che esprime stili e tendenze fortemente innovative. Ecco dov’è Dido Fontana. Lì, a Miami. Pronto giusto un attimo prima di quello che indicano le istruzioni (cit.), già il 5 novembre scorso ha inaugurato alla Butter Gallery la sua personale Cotto al dente, frutto di un’in-solita illuminata collaborazione tra Golab Agency, BeArt e Prixartprinting. Gigantesco, Dido Fontana. L’installazione, al solito, sorprendente. Innamorato com’è delle persone e della realtà così com’è, le mette in bella mostra dilatando lo spazio, prendendone quando più possibile, celebrandone sfacciatamente la bellezza. L’esposizione occupa totalmente le pareti della galleria ed è frutto …

Sia fatta la volontà del caso. E di Dido Fontana.

di Valentina Rinaldi Roba buona come il pane, all’ultima edizione di ArtVerona. Curiosa, mi addentro in questa nebulosa di pellegrini silenziosi in cerca di un santo a cui votarsi, in cui si cammina lenti e ci si ferma, si inclina il capo. Ordinati e disciplinati per questa fiera d’arte moderna e contemporanea, dedalo di allestimenti minimal e ricercati sussurri, come si conviene, poi ecco, d’improvviso: fermi tutti! Che forse ci s’inciampa senza accorgersene, forse te ne accorgi pure — mind the gap! — e deliberatamente ti ci butti dentro. A caduta libera(toria). E’ così che mi ritrovo di fronte allo stand di Boccanera, galleria che espone gli scatti di Dido Fontana. Ci ho girato attorno, ho preso tempo, ho riempito i polmoni di ossigeno. Decidi ora: o vai o resti. Non serve neppure lanciare la monetina, piuttosto avanzo ancora un poco. E, ad ogni passo, la forza di gravità spinge verso quell’affollamento di fotografie e cornici e stampe e fotocopie e poster. Più che sovraffollata quella parete, trabocca e riempie la vista e il cervello. Non è solo una …