Out of the Blue

 

Mi infilo nella sua doccia mi lavo il collo le mani il torace le gambe e l’acqua fredda mischiata al sudore del contatto diverso mischiato all’odore senza odore dell’acqua fredda ghiacciata l’acqua ghiacciata sul corpo come nei pensieri paradossale metafora per uccidere il pensiero che non voglio averlo più questo pensiero.

Di amore. Di niente.

Un Assedio qui nel bagno che devo sempre avere delle foto per avere la certezza dell’accadimento.

Di questo.

Di questa decisione di uccidere il pensiero.

Sciocco. Labile. Da idiota.

Le lacrime le lascio camuffare all’acqua che viene giù.

Il freddo. È uguale.

E fuori dalla doccia stendo le braccia e lascio cadere l’asciugamano che copriva coprire non posso non voglio il mio sesso un pezzo di libertà o qualcosa di simile.

Scatto.

 

Out of the Blue - Lulu Withheld

© Lulù Withheld

La rappresentazione. Penso. Il pensiero.

Piango.

Lacrime bianche sperma del pensiero che non si uccide in un pomeriggio sotto la doccia che non si uccide neanche nel tempo a venire che non si uccide perché non voglio forse alla fine ucciderlo. Che io cazzo sono chiusa dentro questo cazzo di involucro troppo labile ed effimero e anche nella mia rappresentazione esistono le crepe dell’impossibilità della finzione che io cazzo sono rinchiusa nella scatola delle pareti dei miei Assedi che non mi libererò mai da me stessa.

Sento il mio nome pronunciato come un’eco lontana il mio nome.

Lulù.

Chiudo l’acqua. Il rumore. Metto via la Canon.

Apro la porta del bagno. Sono nuda.

 

Out of the Blue - Lulu Withheld

© Lulù Withheld

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