All posts filed under: Cinema

Inception: Il treno di Cobb

tra sogno e realtà

«Ti farò un indovinello. Stai aspettando un treno, un treno che ti porterà molto lontano. Sai dove speri che questo treno ti porti, ma non puoi averne la certezza. E non ha importanza. Come può non avere importanza dove ti porterà quel treno?» Christopher Nolan, regista e sceneggiatore britannico, è conosciuto globalmente grazie ai suoi film intricati e mai banali, che obbligano il pubblico a seguire attivamente una complessa rete di vicende.  Attraverso trame non lineari, diversi livelli di racconto e con l’ausilio di effetti speciali mozzafiato, riesce a creare nuovi universi dove ogni legge fisica o temporale viene distrutta, dilatata e compressa, e dove l’anima e la psicologia vengono messe a nudo e analizzate.  Che si trovino sull’orlo di un buco nero o intrappolati in uno spazio onirico alimentato solamente dal subconscio, i personaggi plasmati da Nolan mantengono sempre un tratto estremamente umano: a prescindere dalla complessità della loro situazione, ciò che resta indispensabile è l’amore, che sfonda le barriere imposte dal tempo, dallo spazio e dalla stessa mente umana. Uno dei lungometraggi di …

Isabelle, Matthew e Théo: “The Dreamers”

Isabelle Matthew

“Ora che siamo usciti e guardiamo là fuori, che cosa sogniamo?”. Forse è una domanda che si son posti anche Isabelle, Matthew e Théo, protagonisti di uno dei film più controversi di Bernardo Bertolucci, l’evocativo “The Dreamers”, rilasciato nel 2003 tra tante polemiche. Cosa sognava dunque quel trio così extra-ordinario? La libertà, intellettuale, sessuale, interiore, sullo sfondo di una Parigi in tumulto nel famoso maggio francese del ‘68. I tre si incontrano per caso, come nella migliore delle tradizioni, e tra loro esplode un’onirica, conturbante relazione. Isabelle, Matthew e Théo si isolano volontariamente, contraddicendo le loro ideologie politiche e rivoluzionarie. Sì perché mentre denudano la loro smaniosa giovinezza in ogni modo, fuori dal loro appartamento sta succedendo qualcosa di grande. Non uscivamo quasi più di casa ormai. Non sapevamo né volevamo sapere se fosse giorno o notte. Era come se stessimo andando per mare, lasciando il mondo lontano, dietro di noi. (Matthew) È un isolamento ovattato che ha come cornice l’arte a 360°. Il trio la respira, discute, interpreta e reinterpreta in una sorta di …

I know this much is true

This much is true

I know this much is true di Derek Cianfrance con Mark Ruffalo in onda su HBO, un episodio a settimana. Alla vecchia nostalgica maniera. (Per il terzo episodio ci tocca arrivare al 24 maggio). Quando finisce il primo episodio succede che ti manca il fiato. Una coltellata dall’inizio alla fine questo primissimo episodio, ma anche il secondo. Probabilmente anche il terzo. Senza tregua senza luce tutto immerso in un grigio verde anni novanta (epoca di ambientazione). Tutto sottoesposto, come i sentimenti. Nascosti. Inviolati. La luce, il sole, solo una volta farà capolino in 59 minuti di storia. In quella scena straziante in cui “Domenico” Dominick/Mark Ruffalo cerca di recuperare suo fratello gemello, Thomas/Mark Ruffalo, nell’acqua del fiume. Adesso posso avere il mio panino al McDonald’s? Quasi religiosa questa sequenza, come del resto lo è anche il sacrificio iniziale quel religious act, di una morte di un volere di una morte di un non accettarla la morte. E poi il sole, eccolo, che inghiotte in controluce i due fratelli, un Caino e un Abele moderni.  “Sono …

Edward Hopper e Gustav Deutsch – Una finestra sulla solitudine

solitudine

Una donna, seduta sul suo letto. Mentre il sole sembra volerla abbracciare, inondare, lei si stringe un po’ di più alle sue ginocchia, e con lo sguardo scavalca il davanzale di una finestra che dà sulla solitudine. Strade vuote e nient’altro che silenzio. Stiamo parlando di “Morning sun” (1952), uno dei capolavori del pittore statunitense Edward Hopper. Nato nel 1882, durante la Grande Depressione, l’artista ha attraversato le due Guerre Mondiali, fino ad arrivare ai conflitti razziali, l’assassinio di John F. Kennedy e l’inizio della guerra in Vietnam; ma anche l’era della musica jazz, la nascita della radio, del cinema e di Bob Dylan. Un periodo di tutto rispetto, che ha visto la nascita di nuove e rivoluzionarie tendenze artistiche. Tutto questo frastuono di eventi, bombe e tavolozze si spegne per qualche istante, e lascia spazio al silenzio. Ho sentito dire più volte che la vera protagonista dei quadri di Hopper è la luce; a me, invece, piace chiamarla energia. Guardando le sue opere si percepisce una tensione simile a quella della corda di un violino, …

Loris sta bene

Loris sta bene - Simone Bozzelli

…è Loris il protagonista del cortometraggio, un ragazzo che con semplicità – e sempre un poco di meraviglia – vede il mondo che lo circonda, senza rendersi conto di quanto sia artificiale, finto, idealizzato. E compie un gesto assurdo per riscattare un amore insoddisfatto, forse perché troppo pretende, o forse perché troppo poco riceve. Simone Bozzelli LORIS IS FINE (2017) di Simone Bozzelli Una piccola famiglia, Loris e sua zia. Una piccola vita, sempre la stessa. Loris è un ventitreenne estremamente ingenuo, aspetta un uomo che non ha mai visto. L’uomo, conosciuto in chat, è un sieropositivo disposto a trasmettergli la propria malattia. Per Loris il virus è un alleato alla ricerca del desiderato rapporto simbiotico con Valerio, il suo fidanzato sieropositivo. Loris sta bene sarà disponibile dal 1 al 3 maggio (fino alle 24:00) in streaming gratuito durante le giornate del Lovers Film Festival a Torino. Rassegna cinematografica online sul sito e sui social. Il Lovers Film Festival lancia l’iniziativa Lovers on line #cimanteniamoinlinea che si svolgerà dal 30 aprile al 4 maggio, nei …

L’anteprima di una Milano che volevamo proprio vedere

boy

Chiara Battistini ha scritto e diretto “Milano come non l’avete mai vista”, il film a cura di Art + Vibes che racconta il primo anno di Perimetro che, più che un (community) magazine, è un movimento fotografico in continua evoluzione: si espande, cresce, coinvolgendo persone e contaminando mondi artistici e sociali differenti. Alcune storie colpiscono, rimangono impresse più di altre. Tra le duecento pubblicate lo scorso anno, sono state scelte dodici storie. Dodici i racconti di questo film documentario immaginato, fortemente voluto, costruito giorno dopo giorno grazie all’interesse, all’ascolto, allo scambio. Dentro un Perimetro di collaborazioni virtuose. Il focus del film è proprio su queste storie, non sui fotografi. Quelle che, messe insieme, a livello cinematografico compongono un affresco di tutti i temi che Perimetro vuole raccontare. “Milano è un città complessa, di quelle che ti risucchiano vorticosamente e ti tolgono il respiro. Una città in cui succedono anche molte cose. Belle. E ci sono persone. Che mettono in circolo energia e idee.” Una città piena di fermento, sotto quella patina grigia e argentata che può confondere, ingannare. Che se rimani lì, a quel …

“Sulla mia pelle”. Purché si guardi, purché se ne parli

[Una dis-guida non convenzionale sul dolore e sulla necessità di una dimensione collettiva, anche da soli] di Disguido Luciani (foto di Rosa Lacavalla) È un luogo speciale quello del Labàs di Bologna. Chi ha vissuto a Bologna lo sa. Un luogo speciale quando lotta per avere una casa per sé. È speciale quando la sua casa la offre. Ancora più speciale quando si fa cinema. E proietta, in barba a chiunque dica no (leggasi “case” di produzione e distribuzione, leggasi Netflix e Lucky Red), Sulla mia pelle, film di Alessio Cremonini sugli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, atteso, qui più che altrove, con aspettative incontrollate e grandi speranze. È un luogo speciale, il Labàs, una casa e una dimensione collettiva. Che tu lo voglia o no, accanto a te c’è una persona, che sia un tuo amico o uno sconosciuto, uno come te. E sicuramente da te diverso. Impegnato, proprio come te, a ritagliarsi il proprio spazio privato senza prescindere dall’altro. Senza prescindere da te.  È un luogo speciale. Dove ti senti parte …

Tutto un fatto di respiro

una dis-guida non convenzionale su “La forma dell’acqua” [di Disguido Luciani]   Love, love is a verb Love is a doing word Fearless on my breath Gentle impulsion Shakes me Makes me lighter Teardrop, Massive Attack, 1998   ‘Ma che c’ha poi di così speciale sto La forma dell’acqua?’ Chissà se ve lo siete chiesto anche voi uscendo dalla sala. Chissà se pure voi vi siete detti: ‘Bello oh, fatto bene, suggestivo, bella fotografia/bella colonna sonora (che tanto si dice sempre, lo dicono tutti, che in fondo non sbagli mai se lo dici). Emozionante oh. Fa pure un po’ piangere’. Eppure, forse c’è qualcosa di più. La storia è un classicone. C’è sta tipetta, non molto avvenente oh, ma c’ha la faccia simpatica. Non parla, è muta. È sempre di buon umore, un po’ sulle nuvole (forse per questo è sempre felice). Ha un lavoro un po’ alienante, ma non le pesa, forse perché sta in un posto figo, un posto di quelli dove succedono Cose. Cose di Stato, Cose militari, tipo sicurezza nazionale, tipo …

Later! [Chiamami col tuo nome]

Timothée Chamalet, Armie Hammer - Call Me by Your Name

[di Lulù Withheld]   Maybe Later.  Dopo, forse.    Chiamami col tuo nome – Call Me by Your Name, film di Luca Guadagnino, è un racconto sensuale e trascendente sul primo amore, basato sul famoso romanzo di André Aciman. È l’estate del 1983 in un luogo imprecisato del nel nord dell’Italia. Elio (Timothée Chalamet), un precoce diciassettenne di origine ebraica, vive con i genitori nella loro villa seicentesca, passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). Un giorno, arriva Oliver (Armie Hammer) un affascinante studente americano di ventiquattro anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. In un ambiente splendido e soleggiato, Elio e Oliver scoprono la bellezza della nascita del desiderio, nel corso di un’estate che cambierà per sempre le loro vite.       Il film di Guadagnino, come lo stesso romanzo di Aciman, parte lento, in sordina. Esita. Come esita Elio. Come esita Oliver. Il pensiero adolescenziale che si avvolge a spirale su …

Meno di Zero e il cinema

Questi sono i giorni di Leonardo DiCaprio. Dopo l’ennesima nomination è riuscito ad aggiudicarsi l’Oscar come miglior attore protagonista. Tutti i suoi fans sono in subbuglio, i meme disperati sono stati sostituiti da gif che ritraggono l’attore in momenti decisivi della sua intera produzione. Il cinema è passato automaticamente in secondo piano: la vittoria di DiCaprio era qualcosa che non si poteva più rimandare. Andava celebrata. Avrebbe potuto anche far parte di uno di quei film malriusciti — tutti gli attori e i registi ne hanno almeno uno nella loro lista — ma l’Oscar andava dato a lui, con buona pace del suo discorso sull’ambiente da molti ignorato — per non parlare del film The Revenant. Negli stessi giorni in cui impazziva la febbre del premio Oscar ho letto Meno di zero di Bret Easton Ellis tradotto da Marisa Caramella — in questa edizione Einaudi, lo dico a malincuore, manca l’introduzione di Fernanda Pivano –. So benissimo che può sembrare — quello tra DiCaprio e Meno di zero — un parallelo alquanto azzardato, ma in entrambi i casi avverto la presenza di un cinema che non vuole affatto smettere di parlare. …