Author: Ilaria Sponda

Intervista: Leila e l’inverno onirico di “Blu”

Leila Bahlouri è nata a Roma ma ha origini persiane. Il padre è di Mashhad, città del nord al confine con l’Afghanistan, dove di tanto in tanto va a trascorrere il tempo in famiglia, o si muove in esplorazione per il paese. Dice di conservare poco di quella cultura nel quotidiano, sebbene la sua anima sia poco italiana e la poesia iraniana influenzi la sua scrittura. Vive un senso di alienazione costante. Ho scavalcato per perdermi Oltre il giardino, Ma non c’è niente da prendere Solo un respiro.   Ciao Leila, è un piacere intervistarti. Quando è iniziato il tuo percorso? Ciao Ilaria, innanzitutto grazie. Il mio percorso è iniziato nel 2016, quando con Federico Leo ho iniziato a scrivere e suonare brani in italiano. Li abbiamo poi pubblicati, messo su una band e partiti per un tour di due anni. Parlaci del nuovo singolo Blu: com’è nato? Come lo descriveresti in tre parole?  Blu è il primo di una raccolta di brani dedicati alla natura: i suoni del bosco, la lentezza nel fare le …

Italo Calvino: sogni e città visionarie

Le città invisibili

Nel 1972 Italo Calvino pubblica Le città invisibili, un libro molto importante per lui in quanto, come egli stesso scrive nelle Lezioni americane, è riuscito a concentrare in un unico simbolo, quello delle città, tutte le sue riflessioni, le esperienze e le congetture di una vita. Il libro è nato un pezzetto per volta, a intervalli anche lunghi, come poesie che metteva su carta, seguendo le più varie ispirazioni: dalle città e paesaggi della sua vita alle città immaginarie fuori dallo spazio e dal tempo. Così si è portato dietro il libro delle città per molti anni, scrivendo saltuariamente, passando per fasi diverse. Un giorno immaginava solo città tristi, un altro città felici, un altro ancora si sentiva di scrivere della spazzatura che dilaga nelle città ogni giorno e il successivo paragonava le città a un cielo stellato. Era diventato un po’ come un diario che seguiva umori e riflessioni proprie; tutto finiva per trasformarsi in immagini di città: le mostre che vedeva, le discussioni con gli amici, i libri che leggeva.  Come i sogni, il …

Little Stone: le sfumature del bianco e del nero

C’è chi si accontenta del luogo dove nasce, delle abitudini, dei luoghi comuni e delle piccole cose che fanno della quotidianità un luogo sicuro. C’è invece chi non si sente al sicuro nella comfort zone e si sente soffocare nei piccoli paesi di provincia, pur amandoli per la loro bellezza e unicità. Little Stone (nome d’arte di Sara Barberio) appartiene a questi ultimi sognatori e amanti disperati del disequilibrio.  Giovane cantautrice di Sarroch, un paese in provincia di Cagliari, ormai un paio di anni fa, decise di lasciarsi alle spalle la sua isola per andare a trovare la sua strada a Dublino. Sebbene due isole con in comune una simile tradizione musicale antica, le differenze tra le due culture si sono fatte sentire. “Il trasferimento a Dublino ha avuto un impatto decisamente emozionante”, dice l’artista. Descrive il cambiamento dal suo paese d’origine alla capitale irlandese come uno salto eccitante, pieno di adrenalina ma anche spaventoso. I tempi frenetici della città l’hanno travolta fin dal primo istante, eppure si è sentita abbracciata dal calore irlandese. Ha …

Strawman and The Jackdaws: dov’è il mio folk adesso?

Sono passati più o meno cinque anni da quando vidi Londra per la prima volta. Ricordo il treno in sosta sul ponte collegato a Victoria Station, il Tamigi, come dipinto, in cui si specchiava il grigiore di una città che grigia non è. Ricordo il godimento di quell’attimo, amplificato dalla colonna sonora cristallizzatasi in esso e in quella porzione felice della mia gioventù: Mike Rosenberg, in arte Passenger, questo il nome di chi ha accompagnato lo spiraglio di luce nel buio medievale della mia adolescenza. Ne è passato di tempo da quando ho smesso di premere play ed ho lasciato scorrere come un fiume in piena le note folk, quelle che mi hanno insegnato la leggerezza del vivere. Sono sempre stata aggrappata alle canzoni dei Lumineers, Of Monsters and Men, Foster the People e molti altri, che come loro rispondevano le mie vibrazioni energiche, positive, da combattente felice. Poi svanirono, si affievolirono per lasciare posto a sonorità più cupe e introverse, anche se pur sempre sognanti. Mi sono domandata: “Dov’è il mio folk adesso?”. La …

Tra altri danzatori

danzatori

Puoi riconoscere un danzatore dal modo in cui si muove, dal modo in cui i suoi muscoli si contraggono e le sue mani canalizzano l’energia e la esternano. I danzatori hanno un’espressione che volteggia tra gli occhi e la bocca, mai stanca, mai cristallizzata in una muta maschera di terracotta. Tu, forse non mi vedrai mai sotto le luci teatrali. Non mi assaporerai nel mettere in scena la verità su di me sotto la maschera da interprete. Non mi riconoscerai tra altri danzatori. Potrai solo continuare a riconoscermi tra la folla, per il mio sguardo, il mio sorriso, il modo in cui i miei capelli vengono travolti dal vento della metropolitana o dal vento freddo di Dublino. Certo, potremo ballare insieme in mezzo a un prato, su una spiaggia, sotto la pioggia, il sole, l’arcobaleno. Certo, ora non mi resta che ballare nei pochi metri quadri della mia stanza, ad occhi chiusi, tra cornici sparse per terra senza chiodi a cui appenderle, senza persone che trovino in esse un proprio passato, un futuro non vissuto …

La mattina è un ritaglio di cielo azzurro

mattina

  Il momento della giornata che preferisco è la mattina. Non lo era, fino a qualche settimana fa, quando la passavo a dormire per isolarmi dal caos esterno, dalle scadenze impellenti auto-inflittemi e dagli impegni incollati a una sedia. Ora la mattina è un ritaglio di cielo, un ritaglio di tempo per assaporare il mondo fuori casa, incorniciato dai muri di casa. Dal balcone della camera dei mie genitori, la luce del sole dora le pareti gialle, l’aria fresca è brezza, entra il suono degli uccellini risvegliatisi dal torpore invernale. Mai come quest’anno, la primavera è un inno alla vita, quella vita che tanto è cambiata e per certi versi migliorata. Riesco a gustare l’istante lento di ogni secondo, come i raggi caldi che mi accarezzano profumati mentre sono sdraiata sulle piastrelle lignee della stanza. Mi sento come la bionda Melisande di Debussy, fuggita da un paese lontano e dimentica del suo passato. L’unica delle vecchie abitudine rimaste è la musica. Non mancano i Tame Impala a farmi da colonna sonora nella testa, ora con …

Libertà

libertà

Libertà è la terza parte di “When in Sardinia”, progetto letterario e fotografico di Ilaria Sponda che riflette l’idea di libertà in immagini contrastanti come la fragilità dell’essere umano di fronte all’immensità del mare.   Libertà: Una parola di cemento Guscio dell’immensità del vivere. Le barche  Solcano acque di spuma e di carta,  Le vele bianche  Sono fragili contro il vento. Qui vi è un cuore senza fili  Fatto di nuvole e cielo, Di granelli di sabbia.   Ilaria Sponda

Oleandri e siccità

oleandri e siccità

Oleandri e siccità è la seconda parte di “When in Sardinia”, progetto letterario e fotografico di Ilaria Sponda   Oleandri e siccità D’improvviso,  All’orizzonte, il mare, Tavola blu del desinar dei monti.   Non un fil di vento, Non un cinguettio d’uccello.   Non c’è assuefazione  In questo mio cuore blu Lieve e statico affetto Per chi carezza, Come lo Scirocco  La mia libertà.   Ilaria Sponda

Sale

  “Il sale ha sapore, ma brucia sulle ferite”   Nella natura nuda Dove occupo un luogo Più grande dei miei sogni. Dalla superficie salina  Parlo in aria, Un accenno, Mi intendo. La verità è che amavo E la verità è che amo  Giorno per giorno l’amore. Il sale ha sapore Ma brucia sulle ferite,   Tirano, scottano, risanguinano E i miei capelli Si tingono Lentamente  Di rosso.   Ilaria Sponda