Author: Iole Cianciosi

Domande scomode: Alessandro Vullo

Una domanda scomoda, ovviamente. Una domanda, una sola. E non è facile eh. Una domanda può mandare a monte un lavoro intero, può pregiudicare amicizie, rompere relazioni, compromettere rapporti personali. Con una domanda, soprattutto se scomoda e volutamente tale, ci si gioca il tutto per tutto. Ma una domanda implica anche qualcosa di più. Implica un pensiero molto lungo che la precede, implica il fermarsi a riflettere per tanto tempo, implica che anche la persona alla quale è rivolta deve ragionarci su parecchio, perché è quella la sua unica possibilità per esporsi al mondo e raccontarsi, quello è il suo solo appiglio, la sua unica strada percorribile. Scelte e possibilità Quindi quella persona potrà scegliere di rispondere ampiamente o di dare una risposta secca e veloce, concentrata in un periodo fatto di poche parole. Ma quella persona può anche divagare ed esprimere i più diversi aspetti della sua attività (in questo caso fotografica) e della sua vita stessa, in quella risposta. Il tutto risiede solo in un fatto di scelte, scelte e possibilità. Crepe e …

La mia quarantena con Ubik: la disperazione non è indicata

ubik

Personaggi strambi, dagli improbabili vestiti che provengono da mondi e tempi lontani. Oggetti che sovrastano i protagonisti, il denaro che detiene il potere. Se non paghi la porta che si apre, tu non esci di casa. Li hai 5cents amico? La porta ti parla, muovendoti accuse, sei un fallito dice. Per entrare e uscire da ogni luogo dobbiamo pagare il conto. È un modello, questo, un sistema, che crea un certo disagio. Ci sentiamo il qualche modo incastrati, tagliati fuori o bloccati dentro. È un elemento significativo, un pretesto quotidiano che però si carica di un significato simbolico che ci fa riflettere sul fatto che senza denaro siamo come topi in trappola. Il potere del denaro sulle nostre vite e la sua pericolosità, il potere di un denaro che tramite gli oggetti, le macchine, i marchingegni tiene sotto scacco l’umanità. Ma cos’è esattamente Ubik? Sempre, all’interno del testo, sopra ogni capitolo aleggia la sua ombra sinistra, che fino a pagina 98 non sappiamo ancora cosa sia davvero, mentre siamo consci delle sue potenzialità. Pare sia …

Casino

casino

Casino può essere una piccola casa di campagna, come la capanna dello zio Tom. Un archetipo interessante che simboleggia tutto quello che sta dentro alla parola inglese home. Gli affetti, la sensazione di tenerezza tra le coperte di casa tua, il divano di velluto che ti abbraccia nelle sere più fredde mentre leggi un libro avvincente e di tanto in tanto ti affacci da quella finestra sul versante est – la stessa dalla quale hai fotografato mille e mille albe – a guardare le stelle. D’inverno da lì risplende sempre la costellazione di Orione e col tempo ho imparato anche a riconoscerne le più intime componenti: Bellatrix, la donna guerriera, Rigel (β Orionis) la più luminosa, Betelgeuse che forse a breve esploderà, passando a vita nuova, diventando una bella supernova. Tuttavia, quello che intendo per casino adesso, quello che davvero intendo con questo termine è semplicemente quello che tutti pensano quando lo leggono: un gran caos, un assordante rumore che infastidisce i nostri pensieri. Casino è una parola della quale ho deciso di abusare nella …

«What a mad delusion / Living in that confusion»

Canzoni di Charles Manson 22.15, inizi agosto. Si profilava, nel pomeriggio, un splendido temporale estivo, annunciato da lampi lontani e qualche tuono. Ma non è successo niente, alla fine. Le particelle di azoto sono rimaste sospese nell’aria, nel limbo tra l’essere e il non essere, nel margine instabile della perdizione. Evidentemente, il fenomeno, mi ha dato un po’ alla testa, come il cloruro di metile faceva andare su di giri i sommergibilisti nei battelli della prima e della seconda guerra mondiale, travolgendo l’equipaggio in smanie, depressioni, stati di euforia, follia omicida, allucinazioni. Non lo scrivo per giustificare quanto fatto in seguito, anzi, me ne assumo tutte le responsabilità, alzando le barriere soprattutto agli occhi dei più bigotti, di quelli che vengono presi generalmente da facile sconcerto. Il fatto è che mi piace scavare a fondo nelle faccende, osservare i fenomeni da più punti di vista, esterni, interni, dall’alto, dal basso, di lato. Capire le ragioni delle vittime e dei carnefici, cercare di fare un po’ di luce e gettare qualche ponte per costruire vie sghembe …

Nothing but the night – John Williams

«E intorno ai suoi occhi, che erano profondi e scuri, luccicavano degli strani bagliori» John E. Williams Nulla, solo la notte. Nient’altro che il calore tiepido delle luci dietro le imposte quando la sera scende. Niente più di qualche onda sulla battigia di settembre. Un aquilone colorato che spicca il volo e precipita lento, maestosamente. Ci stupiamo della fine, come stupidi. Dovremmo stupirci di quando, tutto, sia cominciato. Nulla, solo la notte è il primo romanzo di John Edward Williams, che di certo tutti conoscono per Stoner, ma che pochi ricordano per quest’opera. È un peccato che nessuno se la sia filata più di tanto, ed è bene – anche prima di continuare con quello che ho da dire – che la inseriate nella vostra lista dei libri da leggere, se ne avete una, che vi appuntiate il titolo sopra un pezzo di carta, tra le pagine della vostra agenda, sul blocco note del vostro smartphone. C’è la storia di questo ragazzo che ce l’ha un po’ con tutti, ma prima con se stesso, in …

Fargo I: Il riscatto dell’antieroe borghese

fargo I

«Avrebbe scrollato le spalle se gli avessero detto che la sua vita sarebbe cambiata di punto in bianco.» Georges Simenon Quanto sarà alto Lester Nygaard? Più o meno quanto il suo spessore morale o la sua fortuna nel farla franca. Un metro e cinquanta circa. Né troppo, né troppo poco, una statura media. Come medio è il personaggio che incarna, come nei limiti della medietà risiede la sua grandezza nel diventare, velocemente, assassino. Uno che era solamente assicuratore. La vicenda mi ha ricordato tanto un libro che non mi è piaciuto molto o che non mi è piaciuto quanto Fargo: L’uomo che guardava passare i treni, di Simenon, che racconta la storia di Kees Popinga, gentiluomo di Groninga, che da un giorno all’altro diviene ricercato in mezza Europa. Lester agisce più o meno secondo gli stessi meccanismi mentali e con la stessa cristallina lucidità. Ma non viene ricercato nell’immediato, perché di lui si comincia a sospettare tardi, perché lui è intoccabile dentro le mura della sua blanda quotidianità, dei suoi cortesi buongiorno e buonasera, dei …

Oltre l’onda: immagini del mondo fluttuante

la grande onda di kanagawa

Le opere esposte al Museo Civico Archeologico di Bologna in occasione della grande mostra Oltre l’onda – Capolavori dal Boston Museum of Fine Arts [12 Ottobre, 2018 – 3 Marzo, 2019], sono tantissime, almeno duecentocinquanta, e camminare tra le stanze del quattrocentesco Palazzo Galvani, ex “Ospedale della Morte”, circondati da silografie policrome tanto antiche, che tuttavia nulla invidiano alla contemporaneità, è un atto quasi religioso, come se stessimo percorrendo la strada che conduce al Nirvana. È la sensazione, molto rara in questi nostri giorni contemporanei, di cessazione del tempo, di languida stasi, di equilibro sospeso. Sembra di ritrovare la pace interiore persa in luoghi lontani, il respiro si fa più calmo, i battiti più lenti, le onde cerebrali procedono ad una frequenza ribassata. I muscoli si distendono, la pressione diminuisce. Eppure, in questa sorta di sogno, siamo svegli. È una veglia ricca di curiosità, carica di stimoli, densa di colori. Le pennellate sono decise, le tinte vivide, la mano di chi ha realizzato tutto questo era ferma. Si aprono davanti ai nostri occhi dei paesaggi …

Marina Abramović, The Cleaner – un’ambiziosa retrospettiva

Affinché di questa mostra ci rimanga non il fallace ricordo di una tela spaccata in testa all’artista, ma qualcosa di più. Probabilmente il gesto di Vaclav Pisvejc è molto più in linea al modus operandi dell’arte contemporanea di quanto si pensi. È un gesto antiaccademico, quasi di stampo dada, che ricorda in questo senso le vecchie avanguardie intenzionate a rovesciare un sistema, a svecchiare modelli ritenuti inefficaci, a reagire all’indifferenza di un mondo orientato su questioni “altre”, per cui l’arte veniva progressivamente radicata a un problema di importanza minore. L’arte, tuttavia, è riuscita nel tempo a ribellarsi contro certi modelli, costruendo a quei modelli, che riteneva mediocri, dei contraltari validi. Il sistema artistico è stato in grado di distaccarsi da una tradizione, creandone un’altra, edificando, non distruggendo. I gesti della Abramović, con o senza il compagno Ulay, sono stati sempre antiaccademici, rivoluzionari, stupefacenti. L’imprevisto che si insinua nelle nostre vite, la casualità che prende parte all’ordine delle cose, la partecipazione attiva di chi guarda che diventa un pedone spaesato che va a finire, non si …

“Vinpeel degli orizzonti” – una favola per adulti; Quattro chiacchiere con Peppe Millanta

«Nella sua collezione c’erano conchiglie con dentro il rumore della battaglia di Trafalgar, o il mare calmo di quando Colombo arrivò in America, o ancora i flutti battuti dalla pioggia del Diluvio Universale.» Vinpeel degli orizzonti, Peppe Millanta Caro lettore, quanti anni ti pesano sulla testa e dove ti trovi adesso? Non importa, chiedevo per rompere il ghiaccio. Caro lettore, mi trovi destabilizzata e in certo modo confusa, perché le parole generano a volte scompiglio, perché le parole sono importanti. Con queste, sono importanti le storie. La vicenda di cui voglio parlarti adesso è la storia di una storia, ovvero il racconto sul modo in cui tutto comincia, su come si generano alcuni resoconti che i più chiamano letteratura. Ho parlato con una persona che con le parole ha stretto una specie di patto, per lui le parole sono dense nostalgie, ponti, porte, luci, meraviglie. Questo non perché sia laureato in legge, questo perché è un musicista e uno scrittore. Peppe Millanta l’ho conosciuto tempo fa, non di persona, ma tramite la musica sua e …

Paul Klee, pittore e poeta

C’era una volta una cosa ha chiesto: cosa contava qualcosa? da no a niente nessun ente comunque oplà il senso eccolo qua entrò l’apparenza dentro la verità e divenne possibilità. Paul Klee, Asino Io sono Dio, Ich bin Gott, scrive Paul Klee, quel Paul Klee che tutti conosciamo per le sue immagini incantate, bambinesche, colme di colori, luci, linee fluide, spesse, sottili come ragnatele, spezzettate e intricate in grovigli disordinati, contorni assenti o ampliamente definiti, come alte cortine di invalicabili aree segrete, giardini sovrannaturali e silenti, di quelli che vedevamo nei sogni di quando eravamo giovani. «Tanta divinità / si è accumulata in me / che non posso morire» (P. Klee). Modesto il pittore di Berna, poliedrico e vivo, tuttora, con la sua arte. Io, dopo anni passati a collocare pittori dentro correnti e scuole, a comprendere stili, impasti, teorie, ho scoperto un Klee lirico, inondato da una luce nuova, quella delle parole. Franco Arminio scrive che «le poesie sono tazzine di luce nella notte», la poesia di Klee è colorata come le sue tele, sofisticata senza …